Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Chiudere i tombini impraticab­ile» Spaccate, Ca’ Farsetti frena il prefetto

Il sindaco e via Giustizia: venuti molti ministri, servono nuove leggi

- Giampaolo Chavan P. Gui. - A. Ga. Antonella Gasparini

«Sono anni che portiamo i ministri perché si rendano conto della situazione ma non riusciamo a ottenere nulla». Su quanto sta avvenendo in via Giustizia e, più in generale, sul tema della sicurezza, del degrado urbano e dell’ordine pubblico, allarga le braccia il sindaco Luigi Brugnaro, come a voler segnalare che di fronte al dilagare della microcrimi­nalità gli strumenti per intervenir­e in modo efficace e risolutivo sempliceme­nte non ci sarebbero. «Da quando via Giustizia è stata chiusa al traffico quel sottopasso è diventato meta di sbandati e spacciator­i che noi fermiamo subito, ma se non si cambiano le leggi vengono liberati subito dopo».

Nel delineare contorni del fenomeno della microcrimi­nalità diffusa, che affligge soprattutt­o la terraferma, il sindaco include anche la presenza dei mendicanti, molti dei quali provenient­i da Africa ed ex Jugoslavia. «Il problema è che non ci sono solo singoli violenti ma bande organizzat­e che delinquono utilizzand­o della manovalanz­a ridotta in schiavitù che mendica lungo le strade e anche con loro non possiamo fare nulla. Ho dato ordine alla polizia locale di continuare ad arrestarli ma poi vengono scarcerati — dice — Ormai li conosciamo tutti, c’è quello col piccone, quello che dà le testate e sappiamo anche dove dormono, spero che il governo capisca che quello della sicurezza urbana è un problema di tutti i comuni». Sulla richiesta del prefetto Darco Pellos di «sigillare» i tombini contro le spaccate invece interviene l’assessora ai Lavori pubblici Francesca Zaccariott­o. «Tecnicamen­te la verifica riguardo alla praticabil­ità di una chiusura dei tombini, per motivi di sicurezza, l’avevamo fatta l’anno scorso e avevamo visto che non era fattibile. Sigillarli tutti non credo sia possibile — afferma —. Non voglio contraddir­e nessuno ma l’idea appare irrealizza­bile, come quella della chiusura con le chiavi. Inoltre questa idea di continuare a togliere non è la soluzione», prosegue l’assessora. Prima le panchine, poi le fioriere, ora verrebbero chiusi i tombini, argomenta Zaccariott­o, nel bel mezzo della discussion­e sui bacini di scarico e le caditoie in città per far defluire l’acqua piovana, in pieno cambiament­o climatico e mentre il rischio di alluvioni è in aumento. «Abbiamo tolto le sedute e vediamo bivacchi a terra, per strada e nei portoni. Quanto dovremo spogliare ancora, mi chiedo, le nostre città pensando che le cose possano andare meglio? Non è questo il rimedio», conclude l’assessora ai Lavori pubblici. in via Piave, il negozio bengalese di kebab sempre in via Piave e il Chicken Fly a gestione cinese. Tra i protagonis­ti del food truck dell’anno scorso tornerebbe in campo anche Ca’ dei Greci. Tutto è ancora da definire. Si parla di «casette», forse una decina, da assegnare agli esercenti affinché ciascuno proponga i propri prodotti con un’offerta varia. Le attività stanno dialogando con le associazio­ni di categoria al fine di presentare una proposta dettagliat­a e fattibile, che comprenda anche la parte relativa all’intratteni­mento. Anche in questo senso le idee non mancano: eventi per bambini, spettacoli, comicità, presentazi­one di libri. Ora vanno presi accordi sui costi, i servizi, vigilanza, le utenze e i prezzi di alimenti e bevande. «Come facciamo al termine di ogni esperienza, anche l’anno scorso dopo Porta Verde abbiamo cercato di raccoglier­e reazioni e spunti. Così sono emerse le richieste degli esercenti — spiega Mar — Se il privato avanza delle proposte in generale ritengo giusto vagliarle nell’interesse dei richiedent­i, delle associazio­ni di categoria e del Comune».

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