Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Rivoluzione edicole, nuovi servizi Basta limiti per i prodotti ma multe
Scompaiono le percentuali dei giornali. Costalonga: proibiti gli «allargamenti»
Di sicuro c’è che i giornali devono rimanere bene in vista. Ma basta limiti di esposizione e vendita tra prodotti editoriali e merce complementare nelle edicole. Chi sfora nell’allestimento con riviste o souvenir rischia invece multe salate fino alla revoca dell’autorizzazione. Non solo carta stampata, le rivendite potranno fornire servizi utili al cittadino e merci inedite.
Il nuovo regolamento e piano localizzazione punti vendita quotidiani e periodici per il Comune di Venezia è in dirittura d’arrivo. Scalza l’attuale (datato 2009 e modificato nel dicembre 2012) e riorganizza il mestiere degli edicolanti: a Venezia centro storico una cinquantina, Lido escluso, e per il 60 per cento stranieri. «Interveniamo sulla normativa puntando al decoro — spiega l’assessore al Commercio Sebastiano Costalonga —. Il settore è in sofferenza, non sopravvive più solo con i giornali. Abbattiamo l’impianto a percentuali che rende difficili i controlli e ha trasformato la maggior parte dei punti in banchetti in bazar». La ripartizione della merce esposta e venduta prevede ad oggi un 55 per cento di prodotti editoriali e non oltre il 45 per cento di «complementari» come cancelleria e cartoleria, carte geografiche e stradali, mappe e guide, articoli regalo o ricordo, alias souvenir. «Le edicole che vendano prettamente giornali sono rare mentre pullulano i chioschi ricoperti di chincaglieria — continua Costalonga, in dialogo con il Sinagi per trovare la quadra —. Non è ancora stato stabilito se la merce editoriale manterrà la maggioranza ma sicuramente sarà raggruppata con metodo e posizionata in prima linea di fronte al cliente così da facilitare anche le verifiche delle autorità».
Come già accade in ambito commerciale, si inaspriranno le sanzioni per chi deborda con l’esposizione dei prodotti dalla propria concessione di suolo pubblico. «Dopo un numero di multe da definire, l’autorizzazione viene revocata — aggiunge l’assessore —. L’obiettivo è sostenere i pochi presidi rimasti in città, per questo ampliamo la varietà di articoli di cui possano rifornirsi —. Tra le ipotesi di servizi aggiuntivi al pubblico, che in alcuni casi già prevedono i biglietti per i mezzi di trasporto e il pagamento delle bollette, c’è il collegamento a Internet tramite hotspot gratuito. Sull’argomento tornerà il consiglio comunale giovedì, chiudendo la partita dell’edicola in campo Santa Maria
Formosa. Di proprietà di Lucia Dal Bon e inattiva da oltre un anno, la struttura attende di essere rimossa senza che un bando ne preveda la riapertura. «Da tempo deve essere tolta, se finirà per provvedere il Comune alle spese dovrà comunque pensarci il privato», chiarisce Costalonga, impegnato a Burano in una battaglia opposta. Da quest’anno l’isola è senza giornalaio e è dirittura d’arrivo la chiusura dell’accordo tra il distributore Dispe e Coop perché sia il supermercato a vendere i giornali.
Da prima della pandemia ad oggi una decina di edicole è passata a gestione straniera in centro storico, e circa dieci hanno chiuso. Tra queste c’è anche quella in stazione derroviaria dove i giornali sono tornati da pochi mesi nel negozio Relay. «Siamo un punto di riferimento per la cittadinanza, un presidio sociale importantissimo: qualcosa va fatto», è l’appello di Nicola Fanutti, edicolante a San Zaccaria e parte del direttivo Sinagi.
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