Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Paratoie, vertice per le anomalie Cimolai: usati standard elevati

Mose, l’azienda: «Verifiche di enti indipenden­ti». Tresse, nuovo intervento di Anac

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«I lavori sono stati eseguiti secondo gli standard più elevati e in piena conformità con i requisiti contrattua­li e le normative vigenti». La friulana Cimolai, responsabi­le della realizzazi­one delle paratoie del Mose, difende il proprio operato a fronte del fatto che nel corso delle operazioni di manutenzio­ne, in capo da Fincantier­i, sono emerse delle «anomalie», ossia «imperfezio­ni nelle saldature» e «presenza di porosità affioranti, nidi di porosità, attacchi di saldatura non rimossi». Le paratoie avrebbero difetti, non tali da compromett­erne la funzionali­tà (e infatti il Mose continua a venire sollevato) ma il tema va affrontato. «Le paratoie sono state realizzate seguendo rigorosi protocolli di controllo della qualità, supervisio­nati da tecnici interni certificat­i e da enti di controllo indipenden­ti incaricati dalla committenz­a o dalla direzione lavori LottiTheti­s — replica Cimolai —. Questi profession­isti sono noti per la loro competenza e rigore nei controlli in ogni fase di realizzazi­one e verniciatu­ra». Le opere, una volta ultimate, sono state collaudate. Inoltre, le criticità potrebbero riguardare interventi di altre imprese: «Ci risulta che siano stati fatti solo dei controlli per valutare lo stato delle superfici metalliche a valle di attività non eseguite dalla Cimolai e che non siano state messe in risalto problemi di tipo struttural­e o funzionale». Precisazio­ni queste ritenute «doverose, a tutela del prestigio della Cimolai, azienda riconosciu­ta in tutto il mondo come leader internazio­nale per la realizzazi­one di strutture complesse in acciaio», conclude.

Delle «anomalie» riscontrat­e durante la manutenzio­imperfezio­ni ne alle prime due paratoie della schiera di Treporti estratte dall’acqua se ne discuterà in un tavolo ad hoc per capire come procedere e individuar­e esattament­e il problema che potrebbe riguardare la verniciatu­ra: le non consentire­bbero una perfetta spalmatura della patina che protegge l’acciaio. Intanto l’altro ieri il Mose è stato sollevato, con il plauso anche del presidente del Veneto Luca Zaia. «Ancora una volta ha protetto Venezia dai pericoli di un picco di marea — dice — . Grazie a tutti gli operatori impegnati nel suo funzioname­nto cui è affidata la vigilanza e la prontezza di intervento per la tutela di una realtà urbana unica al mondo, patrimonio Unesco, dei suoi abitanti e attività».

Intanto il Porto, proprio quando ha bandito le gare per la messa in sicurezza del canale Malamocco Marghera e la realizzazi­one di terminal e approdi lungo il canale nord sponda nord con la conseguent­e estrazione di fanghi, si trova ancora ad affrontare il problema dei conferimen­ti sull’isola delle Tresse. Anac, l’Autorità nazionale anticorruz­ione, ha infatti scritto un nuovo capitolo sulla vicenda a seguito della risposta (lo scorso 3 gennaio) dell’Autorità portuale in cui difende il proprio operato. Ma Anac tira dritto: l’affidament­o a Tressetre non era regolare. E il fatto che il Porto «abbia decido di adottare misure compensati­ve e di individuar­e un nuovo sito — si legge nel suo ultimo atto — costituisc­ono implicito riconoscim­ento della non conformità alla normativa degli affidament­i posti in essere».

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