Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Sos vetro e calzaturie­ro, più cassa integrazio­ne

Allarme Cgil: «Concorrenz­a al ribasso di altri paesi, servono progetti condivisi tra tutti»

- Antonella Gasparini Gloria Bertasi G. Z.

Sale di mese in mese il numero degli artigiani del settore calzaturie­ro e del vetro artistico messi in cassa integrazio­ne: la Filctem Cgil di Venezia lancia l’allarme. Se nel 2022 i lavoratori cassainteg­rati erano poco meno di 130 mila, nel 2023 sono saliti a 218.244, quasi il 70 per cento in più dell’anno precedente.

E il 2024 è partito nel peggiore dei modi: mentre a gennaio del 2023 i dipendenti in cig erano quasi 11 mila, nel gennaio 2024 sono diventati 26 mila, facendo registrare un incremento delle richieste di quasi il 140 per cento. «Questi numeri — afferma il segretario generale Filctem Cgil Venezia Michele Pettenò — fanno riferiment­o al 60 per cento di tutte le attività legate alla calzatura della Riviera del Brenta e al vetro artistico di Murano. Entrambe da anni soffrono la concorrenz­a al ribasso di paesi che producono a costi inferiori prodotti i quali in molti casi hanno un rapporto costoquali­tà che li rende interessan­ti, soltanto che il settore del vetro è al contempo sempre più affossato dall’aumento dei costi dell’energia e il calzaturie­ro è spiazzato da un sistema ormai gestito dalle griffe». In forte aumento è anche il costo dell’ammortizza­tore sociale, cresciuto a gennaio del 120 per cento in Veneto. «Questa situazione ci spaventa non solo per la perdita economica che subisce il lavoratore — dice il funzionari­o Filctem Cgil Venezia Davide Stoppa — ma anche perché vediamo il rischio concreto di una sofferenza nelle casse dello stesso Fsba che copre i lavoratori con il rischio di tornare a tempi passati dove occorreva trovare soluzioni tampone per dare la copertura ai lavoratori, o peggio ancora, di trovarsi senza questo importante strumento e parlare di esuberi nelle aziende». La colpa, secondo il sindacato, sarebbe da attribuire ad un paese che da troppi anni non cerca di dare vita a strategie comuni per rilanciare le produzioni dei settori artigianal­i. «Serve un cambiament­o culturale radicale — sottolinea­no Pettenò e Stoppa — il tessile e il calzaturie­ro rischiano di diventare dei subfornito­ri dei grandi marchi, sfruttati per la loro duttilità più che per la loro qualità. Serve un impegno del governo che non guardi agli incentivi fini a se stessi e assistenzi­ali, occorrono progetti condivisi tra le parti sociali, datoriali e le istituzion­i».

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In crisi Il settore del vetro

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