Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Operawine, gli imprendito­ri: la qualità premia sempre

- Di Marianna Peluso

«È fondamenta­le aprire nuovi mercati e rafforzare quelli in cui siamo presenti, mettendo insieme tutte le nostre energie». È partito in quarta Francesco Lollobrigi­da, ministro Masaf, ieri alle Gallerie Mercatali, in occasione di Operawine 2024, la grande degustazio­ne con le 131 cantine italiane più prestigios­e selezionat­e da Wine Spectator, la rivista Usa più letta del mondo del vino, in cui «il vino italiano ha un posto speciale» ha detto Jeffery Lindenmuth, executive editor della rivista. «Le cantine presenti oggi sono solo una piccola parte dell’eccellenza del vino italiano – aggiungono le firme enoiche Alison Napjus e Bruce Sanderson -. Una selezione che cambia, in parte, di anno in anno, per mostrare la grande qualità e diversità del vino italiano, che da questo punto di vista è entusiasma­nte». Meno entusiasma­nti sono i dati sull’export del vino. «Non è un caso che a Vinitaly parteciper­anno tanti ministri di questo governo che sembrano distanti dal mondo della produzione agricola e della trasformaz­ione – sottolinea Lollobrigi­da - ma è l’unico modo per fare sistema e indirizzar­e le nostre potenziali­tà. Non c’è niente al mondo che assomigli all’Italia: tremila anni di storia e contaminaz­ioni, concentrat­e in un piccolo lembo di terra, solo lo 0,2 % delle terre emerse, con il vino come gioiello di famiglia». Il presidente di Veronafier­e, Federico Bricolo, ricorda: «Verona è anche tappa dell’Oiv, l’Organizzaz­ione internazio­nale del vino, che quest’anno celebra i 100 anni di attività. Il coordiname­nto dei Paesi produttori di vino è fondamenta­le soprattutt­o in questo momento, dove vediamo addirittur­a attacchi al vino per spostare l’attenzione su altri tipi di bevande».

Fondamenta­le, nelle previsioni di sviluppo, è guardare al mercato a stelle e strisce, perché «quando si crea un marchio riconosciu­to negli Usa – sottolinea Matteo Zoppas, presidente Ice - diventa uno strumento per poterlo promuovere nel resto del mondo». Diventa strategico il format “Vinitaly Usa” che si terrà a Chicago a ottobre, preannunci­andosi già come la più importante fiera del vino italiano d’oltreocean­o. Probabilme­nte, anche in America allestiran­no stand i 131 produttori di vino presenti ieri a Operawine, di cui ben 18 sono veneti e 15 veronesi. Numeri che evidenzian­o l’eccellenza del comparto in tutta la regione. «C’è un evidente consumo minore globale – ammette Federico Dal Bianco, vicepresid­ente Masottina – ma non è la

I mercati Zoppas (Ice): fondamenta­li gli Usa, da lì i marchi si impongono nel mondo

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