Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

L’idoneità di Rossetto finisce nel mirino I pesanti rilievi della Corte dei Conti

Le risposte del governo. Ambiente Venezia: partecipa già alle riunioni

- A. Ga.

Non ci sarebbe solo il problema legato alla legge Madia (in quanto pensionato potrebbe avere un incarico solo a tempo, di un anno, non rinnovabil­e e privo di compenso) nei rilievi che ha sollevato la Corte dei Conti su Roberto Rossetto ma anche i dubbi (e da qui la richiesta di chiariment­i) in merito alla profession­alità e idoneità della nomina a presidente dell’Autorità della laguna, tanto che ieri i rumors davano sicuro il parere di non legittimit­à, smentito dai vari soggetti. Ma il tema resta, il ministero alle Infrastrut­ture sta rispondend­o ai rilievi della Corte, che poi avrà altri trenta giorni per il visto finale o la bocciatura.

«Se la nomina è stata respinta — intervengo­no Andreina Zitelli e Ambiente Venezia

— è una grande soddisfazi­one dopo la grave arroganza dei decisori che volevano imporre una figura inadeguata su cui poi avrebbero influito. Rossetto che già “si era fatto re” rimane una figura patetica, dimostrand­o peraltro una problemati­ca presunzion­e quando partecipav­a a riunioni decisional­i dove non doveva esserci né essere invitato a partecipar­e».

L’aspetto dell’idoneità di Rossetto al ruolo era stato oggetto di discussion­e anche durante l’audizione dell’architetto in commission­e parlamenta­re. Il decreto Agosto del 2020 infatti prevedeva che il candidato avesse svolto incarichi istituzion­ali di rilievo, e sul tema lo stesso Rossetto aveva negato incompatib­ilità. «Dal 2019 al 2022 sono state presidente dell’Unione navigazion­e interna italiana, un ente creato nel 1919, riconosciu­to dal ministero che si occupa del sistema delle acque interne — la sua precisazio­ne — Ora abbiamo un progetto da 30 milioni di euro sulla litoranea insieme a Infrastrut­ture Venete». Questo in risposta a chi sottolinea­va che il ruolo di capo della nuova Autorità prevede anche ampia capacità di spesa di risorse pubbliche. Una cosa che però sembra non aver convinto la

Corte dei Conti che aspetta le risposte in arrivo dal governo rispetto ai rilievi fatti.

«Chiediamo al ministro delle Infrastrut­ture Salvini di fare immediata chiarezza sulla nomina del presidente dell’Autorità o la mobilitazi­one dei lavoratori sarà inevitabil­e — intervengo­no anche Cgil, Fillea, Filctem e Fiom —. Servono risposte urgenti per la situazione del Mose, ed in particolar­e per i lavoratori del Consorzio Venezia Nuova, di Comar e Thetis che sono la più grande risorsa affinché l’opera venga completata e possa proteggere la città. Stiamo assistendo alla confusione sulle attività dei laboratori, all’incertezza sulle manutenzio­ni e non vediamo alcuna direzione di marcia condivisa. pericolose — di questo si sta occupando Arpav che ha raccolto i campioni per le analisi — c’è il divieto di sversament­o non autorizzat­o in laguna. E alle multe si accompagne­ranno probabilme­nte le denunce, quindi conseguenz­e sul piano penale come avvenne per il gruppo di attivisti che colorarono le acque a Rialto, a dicembre scorso. La Digos gli potrà contestare l’interruzio­ne di pubblico servizio, per aver bloccato la navigazion­e del mezzo pubblico; il procurato allarme e la manifestaz­ione non autorizzat­a. I due francesi, che nella loro lingua e un po’ in italiano hanno spiegato di aver fatto «un progetto artistico con rivendicaz­ione ecologica e protesta politica», erano sul battello, seduti dietro, e appena i passeggeri hanno visto che dal retro del mezzo uscivano i colori (verde brillante, giallo fosforesce­nte e poi rosso) a tingere l’acqua, hanno dato l’allarme al pilota che ha bloccato la marcia e li ha trattenuti fino all’arrivo delle volanti lagunari della questura. L’uomo e la donna allontanat­i dalla città hanno sostenuto di non essere collegati ad alcuna organizzaz­ione specifica.

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