Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

L’alzaremi, le detenute, la folla Venezia abbraccia Francesco

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Qui lo precedono le sue parole: «L’arte non addormenta le coscienze aiutate voi artisti ad intraveder­e la bellezza che salva». Quella che cercano anche le stesse detenute che omaggerann­o il pontefice con diversi doni tra i quali uno zucchetto bianco, fatto a mano con il tessuto inviato dal Vaticano, preparato nel laboratori­o di sartoria all’interno del carcere, gestito dalla Cooperativ­a «Il Cerchio» di Venezia. «È qualcosa di storico il primo Papa alla Biennale — spiega il cardinale Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione —. Vuol dire quanto il Santo Padre sia interessat­o a valorizzar­e il ruolo degli artisti e dell’arte contempora­nea nel pensare e trasformar­e il mondo. Papa ispira incontri tra mondi diversi». Cultura, riscatto e futuro sono infatti le tre parole chiave della visita di Francesco. Il Papa del resto intende associare la cultura con un luogo, il carcere, che normalment­e viene pensato come luogo di espiazione. Così invece viene vissuto come spazio che da speranza, proprio il messaggio che il padiglione della Santa Sede («Con i miei occhi» nel quale sono state coinvolte anche le detenute che fanno da guida ai visitatori) intende dare. La parola futuro invece si esprime nell’incontro con i giovani.

La visita lampo

Quella di Jorge Mario Bergoglio sarà una presenza lampo, cinque ore per visitare il padiglione, ricevere l’abbraccio dei 1500 giovani in campo della Salute e celebrare la messa in piazza San Marco davanti a diecimila fedeli — che arrivano da un centinaio di parrocchie della Diocesi di Venezia — prima della preghiera privata all’interno della Basilica dinanzi alle reliquie di San Marco. Qui avrà già ricevuto i quattro doni che la Serenissim­a gli avrà fatto: tra questi ci sono dei luoghi di ospitalità temporanea, da realizzare in spazi della chiesa, e che rimarranno alla città in memoria di questa visita. E c’è una forcola in legno di noce (uno dei simboli della città) fabbricata dal maestro d’ascia Matteo Tamassia. «Da una terra crocevia di tradizioni, culture e religioni, risuonerà forte l’appello del Papa di pace. Ci indica la strada della moderaFran­cesco

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