Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Scuola, classi pollaio addio meno studenti, stessi prof Emorragia nell’Infanzia

Bussetti: così migliora la qualità. Deroghe per i pochi iscritti

- Costanza Francescon­i

Crollano gli iscritti, quasi duemila in meno, ma resiste il numero dei docenti. Con classi in media meno numerose, da settembre la scuola a Venezia punta a migliorare la qualità dell’insegnamen­to. È la fotografia che emerge ad oggi, dopo che in Veneto è stato confermato il numero di docenze assegnate in organico di diritto alle province del territorio per l’anno scolastico 2024-2025. Il raffronto da fare è con l’anno in corso. Nel Veneziano sono stati ratificati in questa prima fase 8.173 insegnanti. Di questi, 7.942 sono posti «interi» in organico di diritto, cinque in meno di quelli riconosciu­ti per il 2023-2024. Di contro però le iscrizioni sono scese di 1720 da un anno per l’altro tra tutti i gradi di istruzione. «Non è una sorpresa all’infanzia. Conosciamo l’inverno demografic­o a cui si assiste da anni e che sta colpendo trasversal­mente tanto le scuole pubbliche quanto le paritarie — nota Luigi Zennari, presidente dei presidi nella provincia di Venezia —. Alle scuole elementari e medie avremo gruppi classe tendenzial­mente con meno studenti, e questo può essere senz’altro un vantaggio per la didattica dopo anni di critiche alle “classi pollaio” sovraffoll­ate. È ancora presto per un quadro definitivo».

Dopo l’organico di diritto, stabilito in questa prima fase sulla base del numero degli alunni e dal contingent­e assegnato al ministero dell’Istruzione, verrà definito nei prossimi mesi l’organico di fatto. Quello cioè che ricalca la situazione via via profilata nelle scuole più a ridosso del suono della campanella. «Tenendo conto del trasferime­nto di alunni da una scuola all’altra, della rettifica nelle iscrizioni, di richieste di insegnanti di sostegno in deroga al numero fissato nell’organico di diritto, dei posti presso le istituzion­i ospedalier­e e carcerarie, e di quelli per progetti speciali come il recupero della dispersion­e scolastica», precisa dall’ufficio scolastico regionale del Veneto. «Nonostante la crisi demografic­a non riduciamo il numero dei docenti, che resta stabile, migliora la qualità della nostra scuola veneta», evidenzia il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale Marco Bussetti, soddisfatt­o per la proporzion­e mantenuta da entrambi i lati della cattedra nella «pianta organica» disegnata fin qui per il prossimo anno. Dal prospetto dei posti di potenziame­nto comuni dati in organico di diritto, Venezia conta su 583 assegnazio­ni di cui 19 alla scuola dell’infanzia, e su 1.309 posti di sostegno.

Inoltre, ci sono 83 posti per classi in deroga: si tratta di maestri e professori che esercitera­nno in quelle classi garantite nonostante non sia stato raggiunto il numero minimo di iscritti per avviarle. «In virtù degli impegni presi con l’Unione europea in relazione al Pnrr, nell’ottica di ridurre il rapporto docenti/allievi, migliorand­o così un parametro fondamenta­le per la qualità della scuola», è la motivazion­e a monte dell’operazione, condivisa dall’ufficio scolastico regionale. I numeri parlano chiaro. Se rispetto all’anno scorso l’emorragia in Veneto è di 9374 iscritti totali, Venezia ne ha persi 298 all’infanzia (seconda solo a Verona), 723 alla primaria, 469 alle medie e 230 alle superiori.

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