Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Casa del tè cinese in stile imperiale «Qualità e ricerca»
dell’immobile sono apparse le immagini di come si presenteranno gli interni: il piano terra e l’ammezzato, che per oltre un decennio sono stati i luoghi di lettura dei giornali, si trasformeranno l’uno in un caffè letterario e l’altro in un bistrot con sala per eventi artistici e culturali. Un ascensore collegherà i piani, divenuti spazi per la realizzazione di laboratori e pronti ad accogliere opere d’arte sia tradizionale che digitale. Sarà la fondazione Musei civici a gestire la nuova emeroteca, per i cui lavori di riconversione l’amministrazione ha investito 1,2 milioni di euro.
«Vogliamo restituire uno spazio importante alla città — sottolinea il sindaco Luigi Brugnaro — e renderlo un luogo di aggregazione per tutti i cittadini, in particolare per i giovani». Impianti elettrici a risparmio energetico, servizi igienici rinnovati, pavimentazione nuova così come conno terra la «Casa della città», locali polivalenti per la cittadinanza. «Il progetto offrirà ambienti rinnovati idonei allo svolgimento di una serie di attività — spiega l’assessora ai Lavori pubblici Francesca Zaccariotto — dentro gli spazi dell’ex scuola è stato inoltre possibile individuare due nuovi percorsi di collegamento tra riviera Magellano e il fronte su via San Pio X».
Il timore che un altro «buco nero» potesse affacciarsi nel centro di Mestre, dopo l’esperienza del Poke di via Poerio che si è conclusa da poco con meno successo del previsto, è stato spazzato via dall’annuncio di un nuovo progetto. Si tratta di un’attività gestita da cittadini di origine cinese che prenderà il suo posto e non sarà il classico ristorante. «Sarà un’innovativa sala da tè — spiega l’imprenditrice trentenne Lea Dandan — si distinguerà dai tipici street food e bubble tea orientali e punta a diffondere la millenaria cultura del tè a partire dall’arredamento, in stile imperiale».
Un investimento attorno ai 150-200 mila euro che punta a rialzare, spiegano Lea e il marito, il tenore dei locali della zona e anche a ripopolarla perché diverse attività con l’annuncio «vendesi» e «affittasi» in vetrina nelle vicinanze, rischiano di non partire più. Le mura del negozio sono state prese in affitto dai nuovi gestori. La sala da té è un lavoro in progress e stanno creando il logo insieme ai designer che curano gli interni: si chiamerà See tea e aprirà tra agosto e settembre. Lea e il marito hanno negozi di accessori per telefonia a Mirano e a Spinea. Ma ora, racconta Lea, è determinata a rivivere l’esperienza della famiglia d’origine, che in Cina ha avviato da molto tempo questo tipo d’impresa. Il tè sarà anche da passeggio ma il prodotto si distinguerà dal «Boba», una bevanda orientale take away a base di tè, latte e tapioca. In questo caso la volontà è quella di puntare sulla qualità e la varietà del prodotto, specie tè verde e rosso tipicamente cinesi, preparati con frutta fresca in maniera tradizionale e con trattamento delle foglie per mantenere l’aroma.
Lo stile del locale ricalca, senza riprenderlo completamente, quello del marchio Chagee con la mission di «resuscitare e reintrodurre la cultura cinese del tè nel mondo, attraverso un tocco moderno e un concetto di bar pensato per essere confortevole e rilassante». Un mese fa via Poerio e via Allegri erano finite sotto i riflettori per una lite scoppiata fra stranieri: ora si affacciano nuove prospettive commerciali con progetti che promettono di portare «scorci sani» di altre culture.