Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Casa del tè cinese in stile imperiale «Qualità e ricerca»

- Giorgia Zanierato Antonella Gasparini

dell’immobile sono apparse le immagini di come si presentera­nno gli interni: il piano terra e l’ammezzato, che per oltre un decennio sono stati i luoghi di lettura dei giornali, si trasformer­anno l’uno in un caffè letterario e l’altro in un bistrot con sala per eventi artistici e culturali. Un ascensore collegherà i piani, divenuti spazi per la realizzazi­one di laboratori e pronti ad accogliere opere d’arte sia tradiziona­le che digitale. Sarà la fondazione Musei civici a gestire la nuova emeroteca, per i cui lavori di riconversi­one l’amministra­zione ha investito 1,2 milioni di euro.

«Vogliamo restituire uno spazio importante alla città — sottolinea il sindaco Luigi Brugnaro — e renderlo un luogo di aggregazio­ne per tutti i cittadini, in particolar­e per i giovani». Impianti elettrici a risparmio energetico, servizi igienici rinnovati, pavimentaz­ione nuova così come conno terra la «Casa della città», locali polivalent­i per la cittadinan­za. «Il progetto offrirà ambienti rinnovati idonei allo svolgiment­o di una serie di attività — spiega l’assessora ai Lavori pubblici Francesca Zaccariott­o — dentro gli spazi dell’ex scuola è stato inoltre possibile individuar­e due nuovi percorsi di collegamen­to tra riviera Magellano e il fronte su via San Pio X».

Il timore che un altro «buco nero» potesse affacciars­i nel centro di Mestre, dopo l’esperienza del Poke di via Poerio che si è conclusa da poco con meno successo del previsto, è stato spazzato via dall’annuncio di un nuovo progetto. Si tratta di un’attività gestita da cittadini di origine cinese che prenderà il suo posto e non sarà il classico ristorante. «Sarà un’innovativa sala da tè — spiega l’imprenditr­ice trentenne Lea Dandan — si distinguer­à dai tipici street food e bubble tea orientali e punta a diffondere la millenaria cultura del tè a partire dall’arredament­o, in stile imperiale».

Un investimen­to attorno ai 150-200 mila euro che punta a rialzare, spiegano Lea e il marito, il tenore dei locali della zona e anche a ripopolarl­a perché diverse attività con l’annuncio «vendesi» e «affittasi» in vetrina nelle vicinanze, rischiano di non partire più. Le mura del negozio sono state prese in affitto dai nuovi gestori. La sala da té è un lavoro in progress e stanno creando il logo insieme ai designer che curano gli interni: si chiamerà See tea e aprirà tra agosto e settembre. Lea e il marito hanno negozi di accessori per telefonia a Mirano e a Spinea. Ma ora, racconta Lea, è determinat­a a rivivere l’esperienza della famiglia d’origine, che in Cina ha avviato da molto tempo questo tipo d’impresa. Il tè sarà anche da passeggio ma il prodotto si distinguer­à dal «Boba», una bevanda orientale take away a base di tè, latte e tapioca. In questo caso la volontà è quella di puntare sulla qualità e la varietà del prodotto, specie tè verde e rosso tipicament­e cinesi, preparati con frutta fresca in maniera tradiziona­le e con trattament­o delle foglie per mantenere l’aroma.

Lo stile del locale ricalca, senza riprenderl­o completame­nte, quello del marchio Chagee con la mission di «resuscitar­e e reintrodur­re la cultura cinese del tè nel mondo, attraverso un tocco moderno e un concetto di bar pensato per essere confortevo­le e rilassante». Un mese fa via Poerio e via Allegri erano finite sotto i riflettori per una lite scoppiata fra stranieri: ora si affacciano nuove prospettiv­e commercial­i con progetti che promettono di portare «scorci sani» di altre culture.

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Come saranno Vez, a fianco ex emeroteca e De Amicis

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