Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Università al posto del «buco nero» Cento idee per «Ri-Pensare» la città
Le proposte della Fondazione Pellicani. Il segretario: studiare il post Mose
Un centro per le imprese e di ricerca all’ex Umberto I, per portare un pezzo di università nel cuore di Mestre, non soltanto ai suoi margini. È la prima di cento proposte emerse nel corso del progetto «Ri-Pensare Venezia» della Fondazione Pellicani ed è stata presentata nelle stesse ore in cui il sindaco Luigi Brugnaro annunciava che si è sbloccato il piano di riqualificazione del gruppo Alì per l’area. Tra le altre idee per la città, ci sono il centro per lo studio dei cambiamenti climatici e soluzioni post Mose, le portinerie di quartiere dove chiunque può trovare una prima assistenza sanitaria e un punto di ascolto. E sul traffico acqueo, si propone di intensificare i controlli della velocità delle barche contro il moto ondoso. Ma anche investimenti su quei luoghi ibridi come Forte Marghera in cui è possibile organizzare momenti di cultura e svago.
Ieri, all’M9 di Mestre, si è concluso l’ultimo step del focus della Fondazione Gianni Pellicani «Ri-pensare Venezia», un progetto che ha preso forma a novembre e nel quale oltre duecento cittadini — ricercatori, stakeholder, rappresentanti di associazioni e docenti universitari — hanno cercato di capire in quali modi rilanciare la città, con uno sguardo particolare a giovani, laguna, riqualificazione architettonica, residenzialità, welfare e turismo. Suddivisi in sei tavoli tematici, i partecipanti sono passati «dalla teoria alla pratica». Al termine dell’incontro sono più di cento le proposte emerse: al tema dei giovani si è affiancato quello del lavoro, per i quali è stato pensato un portale digitale che analizzi i fabbisogni occupazionali dei veneziani «di domani» e le offerte che la città mette a disposizione, oltre le professioni del turismo.
La parola «rigenerare» si accosta invece ai nomi «ex Umberto I», dove il gruppo vorrebbe veder sorgere un polo per la ricerca, e «spazi ibridi», su cui puntare più che mai. Dal tavolo del welfare è emersa l’idea di creare tre «angoli sanitari», a Venezia, Mestre e Marghera, dove curare e ascoltare i cittadini in stato di fragilità. Sul fronte della residenzialità fondamentale lo sviluppo di progetti di co-housing, della stipula di contratti a equo canone e la riqualificazione dei quartieri degradati. «Molte le proposte per la laguna — dice il segretario della fondazione Nicola Pellicani — e soprattutto per il problema del moto ondoso: va pensato fin da subito il dopo Mose, istituendo a Venezia un centro internazionale per lo studio dei cambiamenti climatici». È poi necessario riformare la legge speciale con più autonomia legislativa e risorse. aziende lungo la gronda. Un’iniziativa (appuntamento alle 10.30 ai piedi del ponte) cui parteciperà anche l’architetto Antonio Di Mambro, il «padre» di San Giuliano: suo il progetto del polmone verde e suo il piano di sviluppo che, per l’associazione, il Comune sta vanificando. «Sono l’unico che ha fatto i capannoni per le barche investendo 9 milioni e ora sono tutti contentissimi — l’affondo del sindaco —. Oggi i capannoni delle aziende sono brutti, pare di essere alla periferia del Bronx, qualcuno aveva deciso che dovevano andare via. Invece, con i privati si è raggiunto un accordo e l’area sarà migliorata. È tutto deliberato, non si torna indietro». Il messaggio ai manifestanti non potrebbe essere più chiaro: l’amministrazione non farà mai dietrofront. Anzi. «Si scandalizzano perché dove ora c’è un canneto si farà un parcheggio — continua —. E parlano di un terminal destinato solo ai turisti: ma come si fa a pensare così? Il parcheggio serve a San Giuliano. Semplicemente, non è vero quanto affermano: stanno sostenendo falsità». (g. b.)