Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Rossana Rossanda La ragazza del ‘900

Nata a Pola, si rifugiò a Venezia e alla città donò la biblioteca

- Di Sara D’Ascenzo

Nell’anno in cui la «ragazza del secolo scorso» Rossana Rossanda, cofondatri­ce del Manifesto e a lungo dirigente del Pci, avrebbe compiuto cento anni, Venezia, «la città che amava di più. Quella di cui era più nostalgica» le dedica una mostra, «Rossana Rossanda. La ragazza del Novecento» allestita a Villa Hériot alla Giudecca nella sede dell’Iveser, Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della Società contempora­nea, che resterà aperta fino al 30 giugno.

L’esposizion­e ripercorre la vita di Rossana Rossanda dalla nascita – avvenuta esattament­e cent’anni fa a Pola - fino alla fondazione de “il Manifesto” e alla successiva radiazione dal Pci, nel 1969. Sono gli stessi anni che Rossanda racconta nell’autobiogra­fia La ragazza del secolo scorso (Einaudi 2005). Fotografie e documenti, attraverso 15 pannelli, restituisc­ono la vita appassiona­ta di un’intellettu­ale e politica, di una donna che ha attraversa­to i movimenti e ne è stata attraversa­ta. Da Luigi Nono a Jean Paul Sartre, da Fidel Castro a Italo Calvino sono tanti gli intellettu­ali e scrittori dei quali in questa mostra si segue il filo di un dialogo con Rossanda. Inframezza­ti da pannelli che raccontano la nascita del Manifesto cui ha dato vita insieme, tra gli altri, a Lucio Magri, Luigi Pintor, Aldo Natoli, Valentino Parlato, Luciana Castellina, Lidia Menapace.

Molti sono i motivi di un legame con Venezia che per la giornalist­a, dirigente politica, storica, non si è mai interrotto. Il primo, ancestrale, è che a Venezia Rossanda, nata a Pola nel 1924, quando Pola era italiana, era stata affidata nel 1930 insieme alla sorella Marina inseguito al crac del ‘29 che travolse il padre. A Venezia Rossanda rimase per sette anni. Andando a scuola, al mare al Lido, in montagna sulle Dolomiti. Poi ci tornò a più riprese per la sua attività politica. Da quel filo ininterrot­to la decisione di destinare a Venezia la sua biblioteca, arrivata nel 2021, un anno dopo la sua morte. E che oggi trova posto nelle «stanze di Rossana», all’ultimo piano di Villa Hériot. La mostra, visitabile nell’istituto, è il frutto dell’apertura del suo lascito: libri, mobili e album fotografic­i. Spiega Giulia Albanese, presidente dell’Istituto: «Dall’apertura dei bauli sono usciti documenti che non si conoscevan­o, come quello, datato ottobre ‘56, a firma di Rossanda, in cui, di fronte all’invasione dell’Ungheria da parte dell’Urss, lei parla del proprio disagio. Il che dimostra che Rossanda aveva un atteggiame­nto critico nei confronti dell’Urss già prima dei carrarmati di Praga del ‘68. Atteggiame­nto che poi le costò la radiazione dal partito».

In mostra si vedono gli scatti privati di Rossanda, che restituisc­ono l’immagine di un’infanzia come tante: lei con la sorella Marina in Piazza San Marco, la classe di scuola; accanto a una vita adulta immersa nella politica: l’assemblea studentesc­a del ‘68 all’Iuav di Venezia, le lettere scambiate con Nono o Cesco Chinello, esponente di primo piano del Pci veneziano.

«Da questa mostra - racconta ancora Albanese emergono pezzi di storia veneziana, come le assemblee del ‘68 a Venezia alle quali Rossanda partecipò attivament­e. Gli scambi epistolari con Chinello o Nono segnalano l’esistenza di un confronto politico e culturale molto rilevante che dura negli anni. La Venezia che conosceva Rossanda e che aveva vissuto in maniera più intensa era sì una città eccezional­e dal punto di vista architetto­nico, ma era anche una città che aveva un’energia intellettu­ale, culturale e politica notevole. Questa mostra è frutto di ricerche anche in altri archivi, di collaboraz­ioni con l’Archivio storico di Firenze, la Casa della cultura di Milano, la Fondazione Gramsci di Roma, l’Archivio Nono. E ai giovani che verranno a visitarla dice che bisogna avere il coraggio di pensare un mondo diverso rispetto a quello in cui si vive. E per farlo bisogna studiare molto ed essere consapevol­i del mondo in cui si vive. Rossanda è stata una donna eccezional­e, e queste esposizion­e lo dimostra chiarament­e. Con la sua testimonia­nza indica la centralità della presenza delle donne nella politica, in anni in cui non era affatto scontato che ciò avvenisse».

"Esposti gli scambi epistolari con Cesco Chinello e con Luigi Nono

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 ?? ?? La suggestiva vista dalle Stanze di Rossana Rossanda all’Iveser alla Giudecca. Due foto private di Rossana Rossanda in mostra alla Giudecca: con la sorella in Piazza San Marco nel 1932; la classe al Lido di Venezia 1926-’37
La suggestiva vista dalle Stanze di Rossana Rossanda all’Iveser alla Giudecca. Due foto private di Rossana Rossanda in mostra alla Giudecca: con la sorella in Piazza San Marco nel 1932; la classe al Lido di Venezia 1926-’37
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