Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Tre mesi di Jobs Act, ventimila posti di lavoro in più

Effetto boom in Veneto della legge e della decontribu­zione. Un contratto a tempo indetermin­ato su due dall’artigianat­o

- de’ Francesco

Nei primi tre mesi dall’introduzio­ne della nuova legge, i posti di lavoro in più sono ventimila, soprattutt­o nelle piccole e medie in prese, uno su due nelle attività artigianal­i. I dati di Veneto Lavoro offrono uno scenario positivo: «La decontribu­zione ha avuto un impatto incontrove­rtibile».

VENEZIA L’effetto c’è. Alla fine, almeno per ora, gli sgravi hanno messo una pezza alla situazione, riportando­la a livelli più «accettabil­i». Perché i numeri parlano da soli. Anche - e forse soprattutt­o - per le piccole e medie imprese e gli artigiani. Un risultato considerev­ole.

I n Ve ne t o , tr a ge n n a i o e maggio 2014, si erano registrate 37.595 assunzioni e 16.525 trasformaz­ioni (in continuità, da contratto a tempo determinat­o a contratto a tempo indetermin­ato), contro 53.100 cessazioni, per un saldo positivo di 1.020; quest’anno, nello stesso periodo, 57.092 assunzioni, 18.447 trasformaz­ioni e 55.932 cassazioni, per un saldo con il segno più per 19.607 posizioni. Tutti gli osservator­i sono d’accordo nell’affermare che dinamiche di questo genere non si ri s contr a va no da parecc hi o tempo. E tutti sembrano convenire su un punto: più che la regolazion­e a tutele crescenti per i nuovi contratti a tempo indetermin­ato, in vigore dal 7 marzo, ha potuto l’incentivo del primo gennaio, quello di 8 . 0 4 0 e uro per t re a nni per l’azienda che assume appunto a tempo indetermin­ato.

«La decontribu­zione, in tutta questa vicenda, ha avuto un impatto incontrove­rtibile» - afferma Bruno Anastasia, dirigente di Veneto Lavoro, l’ente che ha curato l’aggiorname­nto a maggio dello studio «La dinamica dei contratti di lavoro a tempo indetermin­ato: impatto degli incentivi e del Jobs Act». Si licenzia sempre tanto, qui in Veneto; ma a guardare i numeri con attenzione, si assume pa- recchio di più. Certo, ci sono parecchie trasformaz­ioni (il 34% dei casi). «C’erano anche prima, però – continua Anastasia -: fa parte di un processo consolidat­o, quello per il quale prima di impegnarsi a lungo termine, l’azienda impieghi il lavoratore con contratti diversi. E ciò, anche con finalità di for- mazione». Si obietta che alla soglia dei tre anni, le imprese potrebbero «ripensarci».

«Intanto sono tre anni. Poi si vedrà». Sempre esaminando le cifre, ci si accorge che le dinamiche positive riguardano anche settori in grave difficoltà, come il mattone. Ben 4.376 assunzioni, tra gennaio e aprile, delle quali 3.098 «eligibili alla decontribu­zione». Il presidente di Ance (associazio­ni nazionale costruttor­i edili) Veneto, Giovanni Salmistrar­i, la vede così: «Il comparto ha perso il 45% delle imprese, con la crisi. Pertanto, chi è sopravviss­uto può essere intenziona­to a consolidar­e la propria posizione, anche con nuovo personale. E sì, i vantaggi fiscali contano». Bene anche la metalmecca­nica (4.974), i servizi turistici (6.935), i trasporti (3.649), il tessile (2.714), le attività profession­ali (1.620), i servizi di vigilanza (1.652 ), quelli di pulizia (2.078), la pubblica amministra­zione (2.599); ma anche il commercio al dettaglio (2.852) e all’ingrosso (2.846). In proposito il presidente della camera di commercio Fernando Zilio, la vede così: «Non buttiamo l’acqua con il bambino, ma è chiaro che si tratta di un provvedime­nto insufficie­nte, che funziona solo grazie ad aiuti esogeni, come il rapporto tra euro e dollaro e il basso costo dell’energia. Fattori che hanno messo in moto l’export. Occorrono, invece, azioni struttural­i, sulle tasse; altrimenti, una volta terminati i soccorsi, si finisce peggio di prima».

Resta il fatto che alle piccole imprese (meno di 15 dipendenti) è attribuibi­le il 56% delle assunzioni eligibili sia prima che dopo il 7 marzo; mentre alle imprese con più di 15 dipendenti è attribuibi­le il 30% delle assunzioni eligibili prima del 7 marzo e il 28% dopo.

«Certo – afferma Luigi Curto, presidente di Confartigi­anato Veneto – la richiesta di nuovo personale è legata alla defiscaliz­zazione e ai segnali positivi per l’economia. Si assiste a cenni di ripresa anche per il mercato interno».

E Anastasia tira le somme. «Quanto al lavoro, abbiamo appianato le perdite del 2014». E poi, meglio gli incentivi che la cassa integrazio­ne. «Sì – afferma il direttore regionale dell’Inps Michele Salomone - perché si tiene vivo un circuito virtuoso che porta al rilancio della domanda». C’è da chiedersi se la misura degli sgravi sarà ripetuta in futuro. «In effetti – termina Salomone – i contributi figurativi graveranno sulle casse dello Stato, che deve comunque intervenir­e in copertura. Insomma, non so se la norma sarà prorogata».

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