Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Banca Intermobiliare Vendita stoppata
Dubbi Bce sull’operazione: a rischio uno dei cardini della ricapitalizzazione
Dubbi sull’operazione, la Bce ferma Veneto Banca sulla vendita di Banca Intermobiliare. In bilico uno dei cardini della ricapitalizzazione.
TREVISO Veneto Banca, la Bce ferma la vendita di Banca Intermobiliare. Era stata la prima operazione che Banca d’Italia aveva ordinato alla popolare di Montebelluna nel novembre 2013, dopo otto mesi di ispezioni, nel piano di ricapitalizzazione transitato poi per la conversione del prestito obbligazionario da 353 milioni e l’anno successivo per l’aumento di capitale da 474. A un anno e mezzo di distanza, il complicato processo di vendita rischia di saltare. Rischio reale, dopo lo stop imposto dalla Bce alla vendita del 51,4% di Bim da Veneto Banca a una nutrita cordata d’investitori, guidata da Pietro D’Aguì, vicepresidente e storico azionista dell’istituto piemontese, con nomi della finanza come la famiglia Segre, Carlo De Benedetti (2% la sua quota) e Luca Cordero di Montezemolo. Con propaggini in Veneto che portano alla Piovesana holding spa di Conegliano, che fa capo all’imprenditore Eugenio Piovesana, tra i creatori del gruppo dell’arredamento Alf, da cui era uscito nel 2002, per investire nel turismo e nella finanza, da Alerion a, appunto, Bim.
La doccia fredda è stata co- municata ieri mattina dagli acquirenti. A loro, la Bce, a cui spetta l’autorizzazione alla vendita (Veneto Banca è tra le banche rilevanti vigilate), aveva notificato l’altra sera, a mercati chiusi, come sostiene la nota emessa in Borsa dalla cordata, «il progetto di decisione di diniego della richiesta di autorizzazione». Stop non definitivo, ma che lascia aperti solo tre giorni, in scadenza domani, per presentare le controdeduzioni, strada che gli acquirenti hanno già annunciato di voler percorrere. Ma è chiaro che la vendita della quota di controllo, che Montebelluna aveva acquistato nel 2010 dopo che Bim era stata coinvolta nel crack Coppola, appare in salita. A Bce e Bankitalia, par di capire, non convince fino in fondo la struttura della cordata e la capacità di garantire il principio della «sana e prudente gestione».
Lo stop definitivo aprirebbe contraccolpi anche a Montebelluna. La vendita di Bim, da cui ci si attendevano 289 milioni, era uno dei capisaldi della ricapitalizzazione. A febbraio la Bce aveva comunicato a Veneto Banca la richiesta di un requisito patrimoniale del 10% di Common Equity Tier 1; al 31 dicembre Montebelluna era al 9,7%, salito al 9,85% con la vendita di Ipibi a fine marzo. Il 10% è a portata di mano con la vendita del 9% nell’Istituto centrale delle banche popolari: può valere 200 milioni; che andrebbero però sacrificati in capitale. Un tema, in ogni caso, che potrebbe tornare a riaprirsi.