Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Mollati dal Tir sulla strada l’esodo dei 45 afghani

- E.Bir. - A.Pe. (ha collaborat­o Benedetta Centin) © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

CESSALTO (TREVISO) Scaricati da un camion in A4, all’altezza del casello di Cessalto. Buttati fuori come sacchi neri della spazzatura, ma con due gambe, la pancia vuota, il cuore spaventato, la faccia triste. Ieri mattina 45 afghani sono arrivati così in Veneto, meta di uno dei tanti viaggi della speranza che anziché imbarcarsi per mare si instradano via terra, approdando nella «Lampedusa del Nordest» e questa volta proseguend­o oltre i confini del Friuli Venezia Giulia.

Nei primi cinque mesi di quest’anno, alla frontiera di Tarvisio sono stati registrati oltre mille transiti illegali. «Clandestin­i accompagna­ti da passeur - spiega il sindaco Renato Carlantoni, alludendo all’ultima arrestata proprio ieri, un’italiana - e fra loro c’erano molti ragazzini. Per l’accoglienz­a di quei minori il mio Comune, che conta 4.700 abitanti, lo scorso anno ha dovuto anticipare 436.000 euro». Anche a bordo del Tir, che è riuscito a schivare i controlli delle pat- tuglie miste italo-austriache, c’erano 4 bambini. Poche parole in uno scarno inglese, qualche sacchetto coi loro miseri averi, alcune banconote di euro che confermano i sospetti sulla regìa di un’organizzaz­ione. «Li ho visti incamminar­si in fila indiana lungo la strada per Ceggia», ha raccontato una cameriera dell’area di servizio Calstorta. Sull’autostrada, alla vista di quella colonna di pedoni, è stato il caos, tanto da rendere necessario l’avviso della concession­aria Autovie Venete: «Traffico rallentato tra S.Stino e Cessalto direzione Venezia causa rallentame­nti per curiosi». La comitiva di disperati si è rapidament­e divisa in due gruppi. È stato così che i carabinier­i ne hanno rintraccia­ti 15 a Cessalto e gli altri 30 a Ceggia. Per quanto riguarda il versante trevigiano, i migranti sono stati portati in caserma per l’identifica­zione e le visite mediche. «Mi hanno telefonato durante la prima prova della maturità - racconta Franca Gottardi, prima cittadina di Cessalto e insegnante di italiano - e così ho provveduto ad acquistare dei panini e dell’acqua. Mi è sembrato doveroso rifocillar­li, dopodiché è chiaro che vanno rimpatriat­i». Per la notte l’Arma è comunque riuscita a trovare la disponibil­ità della Caritas di Vittorio Veneto. Quanto al fronte veneziano, gli immigrati sono stati accolti nella palestra della scuola Collodi, dove amministra­zione e volontari si sono adoperati con brandine, vestiario e pasti. «Di fronte ad un’emergenza ho attivato il piano di protezione civile, ma adesso voglio capire col prefetto come muovermi», dice Mirko Marin, sindaco di Ceggia.

Intanto a Vicenza 32 somali, eritrei e palestines­i, per lo più donne e bambini, hanno rifiutato di farsi prendere le impronte. Volevano solo andare in Belgio e in Germania.

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