Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Zaia: «Non firmo l’accordo sui profughi» Il Friuli ne scarica 100: è guerra col Veneto
Il governatore ieri dal ministro Alfano: «Un errore non votare esplicitamente contro le quote 2014» Udine «blinda» la frontiera (con 20 poliziotti padovani). Serracchiani: «Noi facciamo la nostra parte»
VENEZIA Di buon mattino l’ha detto al comitato «Schengen», nel primo pomeriggio l’ha ripetuto alla commissione d’inchiesta sul sistema di accoglienza, verso sera l’ha ribadito al ministro Angelino Alfano: il Veneto voterà ufficialmente, e quest a vo lt a i nequi vo ca bi l - mente, il prossimo accordo fra Stato e Regioni sui migranti. Tuttavia a Roma ieri il presidente del Veneto Luca Zaia non ha ricominciato la guerra solo nei confronti dell’esecutivo, ma ha aperto un nuovo fronte tutto nordestino. Nel giorno in cui venti poliziotti sono stati chiamati da Padova a Udine per intensificare i controlli lungo il confine fra Italia e Austria, infatti, il coordinatore dei prefetti veneti Domenico Cuttaia ha annunciato proprio al governa- tore l’arrivo di un centinaio di «profughi via terra» dal Friuli Venezia Giulia, area verso cui il leghista ha allora proposto di spingere parte dei propri ospiti giunti dal mare.
E pensare che la giornata era iniziata sull’onda delle concilianti dichiarazioni notturne del premier Matteo Renzi a
Porta a Porta: «Quando Zaia dice che non si possono mettere i profughi in un albergo sul mare, ha ragione lui. Nel momento in cui hai la stagione turistica, devi avere il coraggio di dire: “Li accogliamo, ma li mettiamo in una caserma”. Questo è il buon senso». Poi però le ostilità sono riprese. Già alle 8.30, davanti al comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, innanzi tutto Zaia è tornato per l’ennesima volta sull’ormai famoso giallo dell’intesa sul riparto delle quote del 10 luglio 2014, diventato uno dei tormentoni della campagna elettorale. «Allora - ha affermato - ufficializzammo il nostro “no” in conferenza dei presidenti delle Regioni. Forse commettemmo l’errore, per comportarci da gentiluomini e non mettere i bastoni tra le ruote alle Regioni che avevano fatto scelte diverse, di non votare esplicitamente contro in conferenza unificata. Annuncio sin d’ora che, però, lo faremo la prossima volta quando su mia richiesta sarà riconvocato il tavolo, perché quell’accordo, di fatto non esiste più». Il governatore ha poi voluto «sfatare la leggenda metropolitana che la Regione abbia ricevuto 19 milioni di euro per questa partita: non avevamo e non abbiamo alcuna competenza specifica, quei soldi saranno andati ai prefetti».
Proprio dal loro coordinatore Cuttaia il presidente della Regione ha appreso una notizia che alle 14 ha riferito alla commissione d’inchiesta sui migranti istituita dalla Camera: «Il prefetto di Venezia mi ha comunicato che viene dislocato in Veneto un contingente di cento immigrati provenienti dal Fr i ul i , con l ’o bi et t i vo di sgravare la situazione friulana». Al che Zaia ha lanciato la
Zaia L’esodo biblico va fermato a monte, con gli aiuti in Africa
Renzi Quando Zaia dice che non si possono mettere i profughi in un albergo sul mare, ha ragione lui
sua contro-proposta, basata sul confronto fra i numeri degli stranieri già integrati: «Il Veneto è attualmente tra le prime quattro Regioni d’Italia nel rapporto tra popolazione e immigrati residenti con un notevole 11%. Molte altre, compreso il Friuli, hanno un rapporto del 2-3%. Se proprio si deve accogliere si deve cominciare da quelle».
Un messaggio diretto al-l’omologa Debora Serracchiani, incontrata alle 18 al Viminale nel vertice col ministro Alfano, che ha ribattuto: «Abbiamo fatto la nostra parte e continueremo a farla. Il Friuli Venezia Giulia è tra le poche Regioni che hanno stipulato protocolli per la vigilanza sanitaria con tutte le aziende sanitarie, protocolli con la Protezione civile per interventi d’urgenza, convenzioni per far lavorare i rifugiati». In queste ore Tarvisio sta diventando una sorta di Ventimiglia, ancorché a senso inverso. Venti agenti del reparto prevenzione crimine di Padova sono giunti in supporto ai colleghi udinesi per inasprire le verifiche sui mezzi in transito dall’Austria all’Italia. «Non sospendiamo Schengen che è un trattato internazionale, ma facciamo rispettare la legge», h a s ot to li n e a to il qu e s to r e Claudio Cracovia. Nel frattempo però le polemiche hanno continuato ad infuriare. Sara Moretto, deputata veneziana del Partito Democratico, ha richiamato la Regione alle sue responsabilità: «Non può tirare i remi in barca. Anche perché, mentre Zaia continua a rifiutare un ruolo di coordinamento, in Veneto ci sono già oggi 3.966 migranti, 145 strutture operative e 105 Comuni coinvolti». Ma il governatore ha insistito sulla linea dello stop dell’«esodo biblico» a monte: «In quel caso il Veneto è pronto a mandare tutti gli aiuti possibili».