Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Ore in attesa a San Marco «E poi neanche un salutino»

- di Gloria Bertasi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA Trentaquat­tro chilometri in bici per vedere Michelle Obama. Ieri mattina, Mirco Cecchinato è partito da Padova in bicicletta, ha pedalato lungo la Riviera del Brenta, costeggiat­o Marghera e percorso il ponte della Libertà per parcheggia­re la sua due ruote in piazzale Roma. «Quando ho saputo che la first lady era in visita a Venezia mi sono organizzat­o per venire fino in piazza San Marco», ha raccontato Cecchinato, in prima fila dietro le transenne che ieri tenevano i curiosi a distanza dalla riva dove, alle 18.30, è transitato il corteo di motoscafi con a bordo Michelle Obama diretto a palazzo Ducale.

«In Italia abbiamo bisogno di prendere esempio da politici di questa caratura - ha aggiunto Mirco -, persone come gli Obama danno forza e speranza». Mirco probabilme­nte sarà rimasto deluso come molti dei presenti: ieri Michelle non è uscita dall’abitacolo del motoscafo nem- meno per un rapido saluto a chi aveva atteso ore per vederla.

Una coppia di australian­i stava visitando piazza San Marco quando ha notato il via vai di poliziotti e vigili urbani. «What’s happening? (cosa succede?, ndr.)», hanno chiesto proprio al ciclista padovano. Alla scoperta che sarebbe passata di lì Michelle Obama, hanno subito cambiato i loro programmi per il pomeriggio e dalle 16 hanno atteso il suo arrivo. «È un modello, non avremo mai più occasione di vederla - hanno detto -. Venezia regala davvero ogni sorta di emozione». Due mamme fiorentine sono state invece trascinate dai due figli. «Siamo in vacanza con i bambini e non riusciamo a portarli via, per loro gli Obama sono un mito», hanno spiegato.

La first lady, accompagna­ta dalle figlie e dalla madre, è arrivata nel tardo pomeriggio a Venezia dopo la visita alla base militare americana di Vi- cenza e ha chiesto di poter visitare l’ex palazzo dei Dogi della Serenissim­a e la basilica di San Marco dopo l’orario di chiusura delle 18. I turisti accorsi a vederla si aspettavan­o che entrasse dall’ingresso principale e percorress­e a piedi i pochi metri che separano il bacino dall’edificio in piazza San Marco.

Le possenti misure di sicurezza hanno però scelto di far passare il corteo presidenzi­ale da rio della Canonica proprio sul retro di basilica e palazzo per farla entrare dalla porta acquea. «Che delusione, volevo proprio vederla, sono tornato dal Lido apposta», ha commentato Luigi, pensionato veneziano che era arrivato alle 17 per ammirarla.

Alla vista delle barche «blu», scortate da agenti della polizia, sono partiti i cori: «Michelle, Michelle», hanno urlato i presenti stretti attorno transenne. Ma niente. Lady Obama non ha fatto capolino tanto che molti hanno pensato che non fosse nemmeno passata. Solo quando i vigili hanno riaperto il passaggio sul ponte della Paglia, chiuso solo per permettere al corteo di transitare in massima sicurezza, è stato chiaro che Michelle non si sarebbe più vista e il piccolo esercito internazio­nale di fans ha sciolto il presidio. Ad attenderla c’erano infatti persone di ogni nazionalit­à: sudamerica­ni e statuniten­si, molti francesi e qualche inglese.

I veneziani invece erano una minoranza. In piazza San Marco, a nemmeno 500 metri di distanza, nessuno si è accorto dell’evento. Caffè e negozi erano aperti e campanile, musei e basilica hanno rispettato il normale orario di apertura. Lungo riva degli Schiavoni i banchi degli ambulanti hanno lavorato come se nulla fosse come anche i taxi e le gondole.

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