Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Festa yankee coi soldati «Sono orgogliosa di voi»
Al villaggio della Pace di Vicenza barbecue con le famiglie dei militari Usa First lady e figlie leggono favole ai bimbi e regalano passeggini alle mamme
VICENZA « Ladies and gentlemen... first lady Michelle Obama! ». Sono le 13.45 e non serve la traduzione per il grido del generale Darryl Williams, anche perché verrebbe coperta dal boato che esplode sul prato del villaggio americano della Pace, teatro di un barbecue che a prima vista dovrebbe far inorridire una salutista reduce da Expo: ricchi hamburger con senape, grossi hot dog al ketchup e gelati serviti con ogni genere di topping, dalla salsa di cioccolato agli orsetti di gomma, anche se la calorica birra oggi è bandita e le pannocchie arrostite sono le benvenute. Invece e ccol a col s uo s or ri s o s magliante, e nel suo vestitino rosso con le ballerine nere, la prima signora d’America, a Vicenza per quella che definisce «la parte più importante del nostro viaggio».
Con lei ci sono infatti le figlie Malia e Sasha, la madre Marian, la nipote Leslie. «Le ho portate con me perché vogliamo esprimervi il nostro apprezzamento per tutto quello che fate per il nostro Paese», spiega Michelle alle centinaia di connazionali che la applaudono e la fotografano, parte dei 4.200 militari di stanza fra le caserme Ederle e Del Din. «Voglio che i nostri concittadini - scandisce con orgoglio - sappiano che gli uomini e le donne di Vicenza, che sono stati i pr i mi mi li t a r i a mer ic a n i a scendere in campo in Africa per fermare la diffusione di Ebola, sono le truppe che lavorano tutti i giorni con i nostri alleati, rispondendo a minacce, sostenendo la nostra difesa Nato, aiutando le altre nazioni». Qui però ci sono le loro mogli ed i loro figli: all’interno della base 800 frequentano la scuola elementare, 300 le medie inferiori, altri 300 le superiori. E se anche la mamma indossa la divisa, dal cinquantesimo giorno di vita il pargolo è accudito al nido interno.
Carismatica, suadente, empatica, Michelle si rivolge proprio alle donne e ai bambini: «Penso agli sforzi di voi che fate esperienza sia dell’eccitazione che delle sfide di un’assegnazione oltreoceano. Probabilmente quando siete arrivati non conoscevate anima viva e non sapevate dire più di “ciao” o “grazie” (li pronuncia in italiano, ndr.), cosa che io faccio a malapena... E oltretutto vivete costantemente con la consapevolezza che i vostri cari potrebbero partire in qualsiasi momento per una missione ed essere esposti ai pericoli. Ma so anche che quegli sforzi rendono voi, famiglie dei militari, fra le più forti che il nostro Paese possa offrire. Per questo ho lanciato il programma “Joining Fo rc e s ” , ch i e d o al l e no s t r e aziende di sostenere le vostre esigenze e continuerò ad impegnarmi per voi anche quando non sarò più la first lady». Ma per ora lo è eccome e Barack, che definisce «mio marito» quando cita il comune cordo- glio per le vittime della strage di Charleston, è sempre al centro dei suoi pensieri. Come quando fa gli auguri ai papà per la loro ricorrenza (che negli Stati Uniti cade il 21 giugno): «Ci manchi… speriamo di non mancarti troppo... non giocare troppo a golf... ti amiamo».
Risate, cori, battimani, selfie. Michelle ed il resto della famiglia servono il dolce battendo il cinque a ogni manina di bimbo, leggono le favole ai ragazzini riuniti in palestra per un evento sponsorizzato dalla Disney («Michelle è un buon catalizzatore pubblicitario per il Veneto», sogna il governatore Luca Zaia, conversando con Barry Mason a Radio Padova), celebrano la tradizione statunitense della cicogna donando a 22 americane in dolce attesa un passeggino, un seggiolino per auto, vestitini, tessere sconto, prodotti per la cura e l’igiene dei neonati. «È stato un evento speciale, storico direi», confida il colonnello Robert L. Menist.
Ma le Obamas sono anche ragazze che vogliono divertirsi, come grida Cyndi Lauper dalle frequenze della radio militare Afn. E allora Michelle se le porta tutte a Venezia, in visita privata. Non prima però di aver salutato Vicenza con la benedizione di rito per la yankee che in fondo è in lei: « God bless you, God bless the United States of America ».