Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
La first lady e l’invito del sindaco Variati «Spero di tornare a vedere la città»
VICENZA Doveva essere una visita «incentrata sulle famiglie dei militari americani impegnati all’estero», e così è stato. Nessun giro turistico per la città, nessuna distrazione, solo un momento a parte - senza stampa - in cui ha incontrato il sindaco, Achille Variati, e il prefe t to , Eugenio Sol dà. Ma i n quell’occasione, Michelle Obama ha fatto una promessa a Vicenza: «Spero di poter tornare quanto prima per venire a vedere le bellezze di Vicenza» ha detto al primo cittadino.
Insomma, la visita ai monumenti palladiani per la first lady americana, a quanto pare, è solo rimandata. Ieri, infatti, non ce n’è stata la possibilità: le tre ore in cui è rimasta in città la first lady Usa le ha trascorse per intero all’interno del villaggio americano a Vicenza est. Arriva alle 13.30: strade chiuse durante il transito, è scortata in auto da blindati, furgoni, mezzi della polizia e guardata a vista da un elicottero che sorvola tutti i suoi spostamenti. Nessuna protesta ad accoglierla ad eccezione di uno striscione («L’Italia non si Usa, yankee go home» il testo) affisso - e rimosso dalla Digos in mattinata - al l ’e s t e r n o de l l a ca s e r ma Ederle dai movimenti di Forza Nuova e Lotta studentesca, che considerano «indesiderata» la presenza della fisrt lady. Michelle Obama arriva in auto e, subito, incontra le autorità italiane nel villaggio: «Mi sono congratulato della sua visita - racconta Variati - segno del solido rapporto che da sessant’anni intercorre fra Vicenza e gli Stati Uniti». Il primo cittadino ha consegnato allo staff presidenziale un libro di fotografie della città «ma ho espresso il mio dispiacere per la mancata visita in centro storico». L’invito formale del Comune, infatti, è caduto nel vuoto «a causa di esigenze di sicurezza» fanno sapere dal comando Usa, ma rimane, alla città, la promessa della first lady.
Nel frattempo, al villaggio americano è tutta una festa: soldati e famiglie - in tutto sono 240 nell’area di Vicenza est - sono riuniti nel parco centrale, barbecue, musica e gelati. Bandito l’alcol («Solo nell’occasione della visita della first lady» precisano), si servono acqua e bibite gassate.
Le misure di sicurezza non mancano: soldati schierati a ogni angolo delle strade interne e accompagnatori per tutti i movimenti dei 50 giornalisti italiani che seguono l’evento, scortati in gruppi e seguiti da personale Usa lungo percorsi predefiniti. Si canta l’inno italiano, dunque quello americano e poi arriva lei, la first lady: Michelle Obama parla alle famiglie e poi con le figlie va a servire il gelato ai bambini. Ed è i n qu e l momento ch e gl i americani possono ammirarla da vicino: «Non l’avevo mai incontrata - dichiara Jennifer, 35 anni e da due anni a Vicenza come insegnante - sono emozionata». Poi ci si sposta all’interno di una palestra - allestita per l’occasione - dove a una folla di circa 150 bambini americani le figlie - Sasha e Malia - e la stessa Michelle Obama leggono una storia ai piccoli alunni. La visita finisce dopo tre ore, alle 16.30: il corteo di auto e mezzi blindati riparte in direzione Venezia e i vicentini rimangono con una visita (promessa) alla città del Palladio.