Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Controlli su strade, treni e aeroporti Stretta sulla «via veneta» dei profughi
guono sui convogli per Monaco e quelli diretti a Bolzano o a Tarvisio.
I flusso è continuo. «Per fare un esempio - prosegue Rispoli - il treno che parte alle 23 dalla capitale arriva a Verona intorno alle 5 del mattino con una media di ottanta profughi a bordo». E il resto della giornata non è da meno. Ieri pomeriggio, prima della partenza dell’Eurocity delle 15.02 per Monaco, i poliziotti svolgevano i controlli dei documenti giostrandosi tra almeno una cinquantina di stranieri in attesa al binario 1. Un paio di migranti sprovvisti di passaporto sono stati accompagnati negli uffici per ulteriori verifiche.
L’intensificazione dei controlli sui richiedenti asilo sta mettendo a dura prova le forze dell’ordine italiane, che già devono fare i conti con mezzi e organici ridotti all’osso. «Il Viminale sta affrontando con disarmante superficialità e ipocrisia quello che oggi rappresenta il problema dei problemi, tanto che gli altri governi europei non vogliono farsene carico», tuona Franco Maccari, segretario generale del Coisp. «Stanno ignorando le situazioni di estrema difficoltà e di pericolo in cui sono costrette a lavorare le forze dell’ordine». Per i sindacati di polizia la situazione è tragica. «Per mesi abbiamo ripetuto al governo che la questione profughi rischiava di esplodere - Gino Balbinot, segretario Veneto del Sap - ora pensano di risolvere il problema spostando su questo fronte gli uomini finora impegnati nella lotta alla criminalità».