Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Controlli su strade, treni e aeroporti Stretta sulla «via veneta» dei profughi

- Andrea Priante

guono sui convogli per Monaco e quelli diretti a Bolzano o a Tarvisio.

I flusso è continuo. «Per fare un esempio - prosegue Rispoli - il treno che parte alle 23 dalla capitale arriva a Verona intorno alle 5 del mattino con una media di ottanta profughi a bordo». E il resto della giornata non è da meno. Ieri pomeriggio, prima della partenza dell’Eurocity delle 15.02 per Monaco, i poliziotti svolgevano i controlli dei documenti giostrando­si tra almeno una cinquantin­a di stranieri in attesa al binario 1. Un paio di migranti sprovvisti di passaporto sono stati accompagna­ti negli uffici per ulteriori verifiche.

L’intensific­azione dei controlli sui richiedent­i asilo sta mettendo a dura prova le forze dell’ordine italiane, che già devono fare i conti con mezzi e organici ridotti all’osso. «Il Viminale sta affrontand­o con disarmante superficia­lità e ipocrisia quello che oggi rappresent­a il problema dei problemi, tanto che gli altri governi europei non vogliono farsene carico», tuona Franco Maccari, segretario generale del Coisp. «Stanno ignorando le situazioni di estrema difficoltà e di pericolo in cui sono costrette a lavorare le forze dell’ordine». Per i sindacati di polizia la situazione è tragica. «Per mesi abbiamo ripetuto al governo che la questione profughi rischiava di esplodere - Gino Balbinot, segretario Veneto del Sap - ora pensano di risolvere il problema spostando su questo fronte gli uomini finora impegnati nella lotta alla criminalit­à».

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