Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Operaio ammazzato e gettato nel fosso Villorba, il corpo del 47enne Vito Lombardi trovato con la testa fracassata dentro all’acqua Coppia trevigiana sotto torchio in caserma: la vittima avrebbe avuto una relazione con la donna
TREVISO Lo hanno trovato ieri privo di vita dentro a un canale, con una profonda ferita alla testa. Morto da almeno 12 ore. Prima qualcuno l’ha selvaggiamente picchiato, probabilmente in altro luogo, poi Vito Lombardi, operaio 47enne originario di Caserta, è stato abbandonato in aperta campagna.
La sua scomparsa era stata segnalata tre giorni fa nel quartiere popolare dove risiedeva e dove il suo rivale in amore ieri pomeriggio ha rischiato il linciaggio. Gli investigatori seguono la pista passionale: la vittima aveva una relazione con l’ex vicina di casa, portata in caserma dai carabinieri assieme al marito e a una delle tre figlie. E i rapporti tra i tre erano a dir poco tesi. Un delitto che al momento ricorda quello di appena due mesi fa consumatosi tra Romano d’Ezzelino e Possagno, dove il corpo di Aldo Gualtieri venne ritrovato nel bosco e per il quale sono indagati l’ex convivente e l’ex fidanzato.
Ma andiamo con ordine. Sono le 14,30 di ieri quando a Villorba un operaio del consorzio di bonifica, falciando il fossato tra due campi, si accorge della presenza di un cadavere in acqua. Intervengono le ambulanze, poi arrivano i carabinieri del nucleo investigativo di Treviso assieme al sostituto procuratore Valeria Sanzari. L’uomo ha profonde ferite, quelle letali alla testa, provocate da un corpo contundente. La zona è in aperta campagna, nessuno sembra essersi accorto di nulla.
I carabinieri riescono ad identificare la salma nel giro di poco: ha ancora i documenti addosso. Si tratta di Vito Lombardi, 47 anni, con precedenti per reati contro il patrimonio. I militari, dopo le analisi scientifiche, si spostano a Borgo Capriolo dove l’uomo, disoccupato, abitava da anni. In casa trovano Vania Lazzarato, la sua att u a l e c o mpa g n a , e s ot t o i l porticato del quartiere popolare, dove vivono molte famiglie rom e straniere, c ’è anche il marito della donna, Amedeo Bonan.
Gli i n ve s t i g a t o r i , s e n z a escludere altre ipotesi, prendono in considerazione la pista passionale. Sentono amici e conoscenti per ricostruire la re- sata di bocca in bocca, la situazione è degenerata. Amedeo Bonan è stato aggredito e i carabinieri lo hanno scortato fino alla macchina prima di accompagnarlo in caserma assieme a Vania Lazzarato e a sua figlia, Gresia, di 20 anni.
«Vito era una brava persona, non lo vedevamo da tre giorni – racconta un ragazzo poi sentito dai carabinieri - martedì sera si era allontanato in bici con Amedeo e Vania, poi erano saliti in una macchina. Ma alle due di notte, quando sono tornati, lui non c’era più e Vania aveva una mano gonfia».
L’omicidio, secondo i residenti, si sarebbe consumato in un contesto di totale promiscuità. Vito, che in passato abitava in un appartamento al terzo piano di Borgo Capriolo con moglie e fi- te di relazioni ed amicizie della vittima. Nel quartiere però succede il finimondo. Tutti puntano il dito su Bonan. Lui e la moglie, secondo i residenti, avrebbero usurpato l’appartamento di Vito che, dopo essersi invaghito di Vania e aver lasciato moglie e figlio per portarla a vivere con sé, sarebbe stato cacciato dalla sua stessa casa.
Emerge che il 47enne era scomparso martedì sera, forse dopo essersi allontanato proprio con la compagna e il marito di lei, dopo l’ennesima lite. Ma emerge il nome anche di un altro uomo, il cui ruolo nella vicenda è ancora da chiarire. Ieri sera in caserma sono stati interrogati a lungo Vania Lazzarato, Amedeo Bonan e la figlia 20enne. Si parte da qui: sarebbero la donna e il marito gli ultimi ad aver visto in vita Vito Lombardi. glia, anni fa si era invaghito di Vania, già moglie di Amedeo. Lei di ritorno dall’estero lo aveva corteggiato e gli aveva chiesto aiuto. La loro relazione aveva costretto la moglie di Vito, Daniela, ad andarsene. Ma a quel punto Vito stesso era stato messo alla porta, costretto a vivere per strada, cacciato da Vania e da Amedeo, con il quale anche di recente aveva avuto accese discussioni.
«Lo trattavano come un cane – racconta la vicina di pianerottolo, Silvana –. Lo facevano dormire per strada. E in casa c’erano sempre anche altri uomini. Poche sere fa Amedeo aveva picchiato selvaggiamente Vito, che si era arrabbiato e gli aveva detto “tu dormi sul mio divano”».