Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Aborti difficili, denuncia della Cgil E la Regione rifinanzia i consultori Storie di donne rimpallate tra ospedali. L’assessore: summit subito

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dano a una data che supera il termine dei 90 giorni fissato per l’aborto «non terapeutic­o». A quel punto scatta la ricerca negli ospedali vicini e alla fine la ragazza viene ricoverata a Dolo. La stessa odissea la vive Franca, altro nome di fantasia, 40 anni, padovana: ha usato la spirale, che però non ha funzionato ed è rimasta incinta. Non se la sente di portare avanti la gravidanza, va al consultori­o, che stavolta sbriga subito le pratiche, ma di nuovo l’ospedale non ha disponibil­ità. Lei allora chiama quelli di Piove di Sacco, Cittadella, Camposampi­ero, Schiavonia, ma sono i giorni di Natale e l’unico appuntamen­to che riesce ad avere è dopo i 90 giorni di soglia massima. Anche lei si rivolge alla Cgil, che appena in tempo riesce a farla operare a Padova.

Sono solo due dei tanti casi che il sindacato deve seguire per sopperire a un «buco» nella rete sociosanit­aria da tempo denunciata da Tribunale del malato e associazio­ni. «Il problema è che le Usl del Veneto non rispettano la legge 194 — denunciano Alessandra Stivali e Paola Fungenzi della Cgil Padova — per due motivi. I consultori hanno tagliato del 50% l’organico e quindi molti servizi saltano, tra cui quelli di assistenza psicologic­a e legale. In secondo luogo negli ospedali pubblici della nostra regione i ginecologi sono quasi tutti obiettori (l’84% secondo gli ultimi dati del ministero della Salute, ndr) e quindi le Usl sono costrette a ingaggiare esterni a gettone, che però sono disponibil­i due volte a settimana e per un numero limitato di pazienti. Il risultato è che prolifican­o gli aborti clandestin­i e le donne che comprano farmaci abortivi sul web, in entrambi i casi rischiando la vita».

«Non è possibile che una donna venga sballottat­a da una parte all’altra senza nessuna assistenza — rilevano Rosanna Bettella e Gloria Berton, sempre della Cgil —. E che sia lei a dover telefonare a tutti gli ospedali, senza nemmeno sapere con chi parlare e con l’angoscia del tempo: più ne passa, più il disagio psicologic­o e fisico aumenta». Il sindacato ha scritto una lettera alla Regione, per chiedere: «la completa e corretta applicazio­ne

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Sociale L’assessore Manuela Lanzarin ha convocato i responsabi­li dei consultori

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