Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

VOGLIA DI FRIULI I SECESSIONI­STI DI SAPPADA Strade strette, caffè vietato, carte inutili «Ma perché qui è tutto così complicato?»

Viaggio nel Comune che vuole cambiare regione: «Ad ogni voto stappiamo una bottiglia»

- Angela Pederiva

avanzate dall’ultimo corteo: sulla schiena l’aquila con il marchio « », sul petto la scritta bilingue «Sappada in Friuli - » («Io sono qua»). «Cosa ci può dare in più una Regione autonoma? La macchina del caffè». Ecco, per i coniugi Tach gli obiettivi dei disegni di legge 951 (Partito Democratic­o) e 1082 (Fare!) in fondo significhe­rebbero una cosa semplice, come un espresso da servire a chi entra per mangiarsi un cornetto: «Sono anni che ci proviamo, ma in Veneto non si può, perché non abbiamo un bagno. Invece in Friuli Venezia Giulia sì, visto che svolgiamo un servizio primario come la vendita del pane. Perché qui è tutto così difficile?». Se lo chiedono pure i signori Sartor, proprietar­i dell’omonima pasticceri­a. «Il top del top - sognano - sarebbe la specialità che ha l’Alto Adige. Pensiamo solo ai famosi gerani sui davanzali di San Candido: lì sono esposti già a maggio, perché tanto se anche i fiori muoiono per il gelo, la P r ov i n c i a g l i e l i r i c o mpr a , mentre noi dobbiamo aspettare fino a giugno inoltrato, sperare che faccia caldo e pagarceli di tasca nostra. Può sembrare una sciocchezz­a, ma è indicativa. E se anche il Friuli Venezia Giulia non è caratteriz­zato da quel livello di autonomia, ha comunque più atte n z i o n e d e l Ve n e to p e r l a mont a g n a . O g n i vo l t a c h e dobbiamo interagire con le Belle Arti per una ristruttur­azione, abbiamo l’impression­e che a Venezia non sappiano nemmeno dove sta Sappada». Interviene una cliente: «Siamo costretti ad andare a Belluno solo per sbrigare le faccende burocratic­he. Per il resto noi facciamo nascere i nostri figli a Udine, studiamo a Udine, ci curiamo a Udine, facciamo shopping a Udine».

È a Udine, all’arcidioces­i retta dal trevigiano monsignor Andrea Bruno Mazzocato, che fa capo anche la parrocchia guidata da don Michele Molaro, accolto al suo ingresso a Sappada dal tradiziona­le saluto « » («Sia lodato Gesù Cristo») che ancora oggi si scambiano i vecchi del paese incrociand­osi per strada. «Siamo un’isola linguistic­a germanofon­a e come tali potremmo anche stare per conto nostro», sottolinea il sindaco Manuel Piller Hoffer, alludendo a quell’intreccio fra storia e leggenda secondo cui intorno al X secolo alcune famiglie in fuga dalla tirannia dei conti Heinfels si sarebbero trasferite dal Tirolo in questa valle incuneata fra il Comelico e la Carnia, passata nel tempo sotto il dominio del Patriarcat­o di Aquileia, della Serenissim­a, di Napoleone, degli Asburgo e del Regno d’Italia, non facendosi mancare nemmeno un transito (corsi e ricorsi storici) dalla provincia di Udine a quella di Belluno, votato nel 1852 all’unanimità dai 263 capifamigl­ia. «Ecco, al posto loro non l’avrei fatto, ma ormai è andata così e ora dobbiamo tornare a casa», sorride Danilo Quinz, referente del comitato per il referendum che nel 2008 vide trionfare il «sì» col 95% dei consensi, forte di una tradizione secondo cui la locale squadra di calcio partecipa al campionato carnico e i due sci club del paese fanno riferiment­o al comitato regionale del Friuli Venezia Giulia. Sui tempi per la conclusion­e dell ’ i te r , c h e o g g i a p p ro d a i n commission­e Affari Costituzio­nali, municipio e attivisti h a n n o p r e v i s i o n i d i ve r s e . «L’ostacolo dei 700 mila euro era alto ma strettamen­te tecnico, adesso invece deve pronunciar­si la politica e temo che possano volerci altri anni», confida Piller Hoffer, al ve r t i c e d i u n C o mune c o n «1.300 residenti e 15.000 presenze turistiche, un bilancio di 7 milioni, 10 dipendenti in tutto, sostanzial­mente zero trasferime­nti statali e la sensazione di essere per il Veneto dei “montanari di serie B”, dato che non possiamo nemmeno accedere al fondo Brancher in quanto non confiniamo con Trento e Bolzano». Concorda sul punto Quinz: «Che rabbia sapere che altri Comuni bellunesi ricevono milioni per gli impianti sciistici, mentre noi di fatto dobbiamo autotassar­ci. È per questo che vogliamo passare al Friuli e se vuole il Parlamento può fare presto».

Trascurata da Venezia e corteggiat­a da Trieste, la prospettiv­a per Sappada è di diventare «la Cortina della Carnia». Vista la concorrenz­a, non dovrebbe essere difficile. Così, sia pure con tutte le cautele del caso, dopo il voto della settimana s c o r s a a P a l a z z o Ma d a ma quelli del comitato hanno festeggiat­o con un po’ di musica e un bel brindisi. E, tanto per dire dell’aria che ormai tira quassù, hanno stappato una bottiglia di quello che una volta era Tocai e adesso si chiama Friulano, mica di Prosecco.

 PillerHoff­er Non possiamo nemmeno accedere al fondo Brancher

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Aquila dorata La bandiera del Friuli Venezia Giulia sventola in centro a Sappada

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