Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
BRUGNARO, L’INSULTO COME MODERNA ARTE RETORICA
sosteneva che «indignarsi è una virtù» e si chiedeva «che cosa esprime meglio l’indignazione di un insulto?».
Indignazione e virtù, vere o supposte sono la chiave del siparietto andato in onda l’altro giorno su RadioCapital. La regola vuole che si indignano i puri, mentre i cinici, i sofisti, gli scettici in genere non lo fanno mai. Chi non ha valori non si indigna, Brugnaro è quindi uomo di valori: offeso nei suoi ha reagito indignandosi, in ciò dando prova di crederci più di quanto i suoi avversari credano ai loro.
Un punto per Brugnaro. Poi, siccome Brugnaro è anche furbo, non possiamo nemmeno escludere che abbia finto. Chi attribuisce all’indignazione più valore delle buone maniere capirà e giustificherà il sindaco di Venezia, chi al contrario ama l’etichetta gli darà del buzz ur ro i nes c us a bi l e , del barbaro villanzone non riuscendo nemmeno ad insultarlo perché le male parole sono cosa più difficile di quel che sembra e due per offendersi con successo oltre ad un codice comune oggi devono avere un pubblico, ciò rende l’arte dell’insulto un moderno cimento mode r n o , p i e n o d i trappole e doppi fondi, un certame mediatico dall’esito meno scontato di quel che si può supporre. «Quando ci si accorge che l’avversario è superiore e si finirà per avere torto, si diventi offensivi, oltraggiosi e gro s s ol a ni » consi gl i a S hopenhauer. Dunque Brugnaro aveva torto. Ma non è così, non così semplice: «Colui che insulta fa perdere l’onore all’avversario – continua il filosofo – una sola grossolanità supera qualsiasi argomentazione e mette in ombra ogni spiritualità, una villania prevale e ha la meglio su ogni argomento».
L’insulto insomma, lo sbottare a male parole non è un altro livello di discussione ma leva di mezzo gli argomenti per passare all’ordalia. Perciò l’insulto ha bisogno di un pubblico che decida chi ha vinto.
Brugnaro conosce la regola, tutti i politici la conoscono e ne fanno ampio uso nei talk show, in privato tutti ciccì coccò, ma basta che si accenda una telecamera e si trasformano in galli messicani. In Tv non c’è più nemmeno la parvenza di una adesione argomentativa, con l’avversario si passa alle vie di fatto, cercano il segno della superiorità valoriale, candore, convinzione e disposizione al cimento sono la prova esibita, al posto della persuasione la capacità derisoria, l’insulto è diventato la moderna a r te re to r i ca , i mpressionista, spettacolo puro dove non ci si chiede più chi ha ragione ma chi alla fine ci è pi a c i uto di pi ù. Chi a l l or a ? Brugnaro o i suoi scandalizzati detrattori.