Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
POLITICI ED ELETTORI: QUELLA SOVRANITÀ «ACCECATA»
E lo stesso si può dire dei voluminosi resoconti scritti in linguaggio burocratico. Nell’età dell’informazione in cui pretendiamo, solo a parole però, di essere immersi, il popolo potrebbe essere davvero sovrano se digitalmente alfabetizzato per accedere a piattaforme digitali che permettano di porre domande, ricevere e discutere le risposte con gli amministratori pubblici e gli eletti. Internet offre molti modi per socializzare nelle piattaforme. La posta elettronica è il mezzo più semplice di comunicazione uno-a-uno. Programmi di messaggistica istantanea creano forme più immediate di colloquio, mentre le videochiamate consentono agli utenti di socializzare visivamente, non solo attraverso un testo. La tecnologia è in evoluzione, i modi di comunicare on-line sono in costante sviluppo. Colmando il divario tra gli eletti titolari dell’informazione e gli elettori che ne sono privi, si avrebbero sempre più cittadini attivi perché bene informati. Basterebbe compilare una lista di facile lettura della spesa pubblica e dei risultati conseguiti per ciascun euro speso. L’informazione è un bene primario per la salute sociale delle comunità amministrate. Una salute messa a repentaglio dalla rottura dei fili di comunicazione tra gli elettori che in misura crescente si astengono dal votare e gli eletti che presiedono all’amministrazione della cosa pubblica. Allo stato attuale delle cose la sovranità popolare è una foglia di fico che nasconde l’autoreferenzialità degli eletti asserragliati nella Fortezza Bastiani di cui narrava il bellunese Dino Buzzati nel suo romanzo «Il deserto dei Tartari».