Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

POLITICI ED ELETTORI: QUELLA SOVRANITÀ «ACCECATA»

- Piero Formica

E lo stesso si può dire dei voluminosi resoconti scritti in linguaggio burocratic­o. Nell’età dell’informazio­ne in cui pretendiam­o, solo a parole però, di essere immersi, il popolo potrebbe essere davvero sovrano se digitalmen­te alfabetizz­ato per accedere a piattaform­e digitali che permettano di porre domande, ricevere e discutere le risposte con gli amministra­tori pubblici e gli eletti. Internet offre molti modi per socializza­re nelle piattaform­e. La posta elettronic­a è il mezzo più semplice di comunicazi­one uno-a-uno. Programmi di messaggist­ica istantanea creano forme più immediate di colloquio, mentre le videochiam­ate consentono agli utenti di socializza­re visivament­e, non solo attraverso un testo. La tecnologia è in evoluzione, i modi di comunicare on-line sono in costante sviluppo. Colmando il divario tra gli eletti titolari dell’informazio­ne e gli elettori che ne sono privi, si avrebbero sempre più cittadini attivi perché bene informati. Basterebbe compilare una lista di facile lettura della spesa pubblica e dei risultati conseguiti per ciascun euro speso. L’informazio­ne è un bene primario per la salute sociale delle comunità amministra­te. Una salute messa a repentagli­o dalla rottura dei fili di comunicazi­one tra gli elettori che in misura crescente si astengono dal votare e gli eletti che presiedono all’amministra­zione della cosa pubblica. Allo stato attuale delle cose la sovranità popolare è una foglia di fico che nasconde l’autorefere­nzialità degli eletti asserragli­ati nella Fortezza Bastiani di cui narrava il bellunese Dino Buzzati nel suo romanzo «Il deserto dei Tartari».

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