Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Confcooperative sospende Ecofficina
Confcooperative sospende Ecofficina, la coop padovana finita sotto inchiesta. L’accusa: truffa e maltrattamenti nei confronti dei profughi. «Alla luce degli ultimi avvenimenti - ha annunciato la confederazione - abbiamo preso questa misura».
Non esiste solo Ecofficina. Anzi. La coop di Battaglia Terme, che continua a vincere appalti per l’accoglienza dei profughi, non è che l’ultima arrivata nella costellazione di associazioni che da anni in Veneto si occupano dell’emergenza abitativa e che solo nel Padovano, conti alla mano, quest’anno gestiranno più di 11 milioni di euro per l’accoglienza. Ma per Ecofficina, che negli ultimi anni è cresciuta esponenzialmente la strada è in salita: la procura di Rovigo ha aperto un’inchiesta per truffa e maltrattamenti nei confronti di alcuni stranieri collegati alla coop di Battaglia Terme e il Corriere del Veneto ha raccontato quello che succede all’interno del campo di Cona. «Alla luce delle ultime novità abbiamo avviato nei confronti di Ecofficina una procedura di sospensione da Confcooperative – dice il direttore della confederazione Giuseppe Battistello – attendiamo che la giustizia faccia il suo corso, ma siamo sempre stati scettici sull’accoglienza così di massa, secondo noi le coop dovrebbero gestire al massimo 80 stranieri contemporaneamente». Da un punto di vista pratico, legale ed economico la sospensione da confcooperative cambierà poco o nulla per Ecofficina, ma i riverberi politici potrebbero farsi sentire a breve visto che Confcooperative mette insieme le diverse anime delle coop e i diversi colori politici che governano in Regione e nei capoluoghi. Concentrandosi su Padova, dove Ecofficina è la coop di riferimento della Prefettura, va ricordato che la coop di Battaglia gestisce quasi la metà dei 21 milioni di euro destinati all’accoglienza. Ma dei 2200 profughi che quest’anno dovrebbero essere ospitati nelle strutture padovane (inclusa la caserma Prandina e la caserma Bagnoli), almeno 1072 verranno affidati alle altre, coop, quelle che hanno stigmatizzato il comportamento di Ecofficina e che fanno parte di Confcooperative.
Per gestire questi mille profughi hanno ricevuto un affidamento da 11 milioni e mezzo. La quota più rilevante se l’è aggiudicata la Costituenda Ati formata da Villaggio Globale, Sestante, Populus e Gruppo R che ospiterà 329 stranieri. Villaggio Globale è veneziana, ha sede a Marghera è diretta da Franco Tosato (che ha un ruolo riconosciuto in Confcooperative). A questa coop è particolarmente legata la Diocesi: è a Villaggio Globale che Don Luca Facco si rivolge sempre per far gestire asili e canoniche. Nell’Ati c’è anche la coop Sestante di Padova, vicina all’ex assessore alla casa Daniela Ruffini di Rifondazione Comunista: è a Sestante che la giunta Zanonato si rivolse per risolvere lo spinoso problema di via Anelli. Con Sestante e Villaggio Globale c’è Populus, vicina alla Diocesi, con Don Massimiliano Zoccoletti, e Gruppo R, la coop del gruppo Polis che si occupa di tossicodipendenze. Con 200 profughi programmati nel 2016 c’è la coop Percorso Vita, gestita da don Luca Favarin, anche questa espressione diretta della Diocesi. A seguire con 172 migranti c’è la veneziana AHR Hotels and Residence, proprietari specializzati in turismo della Riviera del Brenta. Dietro, con 86 stranieri previsti ospiti c’è la cooperativa Orizzonti di Hala Yassine, palestinese che coordina per conto del Comune di Padova il bando Sprar (Servizio protezione per richiedenti asilo e migranti) insieme alla veneziana Co.Ges. (subentrata a Sestante dopo via Anelli). 62 profughi andranno a Città Solare del vicentino Maurizio Trabuio (che gestisce la Casa Colori) a capo di una delle prime coop fondate a Padova (dagli sbarchi di albanesi e l’ondata dell’ex Jugoslavia) legata al mondo cattolico. 62 profughi anche alla cooperativa «La mia badante», che si occupa di servizi alle persone anziane. A seguire con poche decine di profughi c’è Popoli Insieme, vicino ai gesuiti, la Rosa Blu delle Acli, Tangram che si occupava di mediazioni culturali e infine la coop Altre Strade, che mette insieme psicologi dell’area universitaria.
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