Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
ALEX, PRETE CONTRO LA CAMORRA
Per lui Napoli è come un quadro diviso a metà: «In tutto e per tutto rappresenta due città, quella ricca che sta bene e quella degradata dove si muore». Lui sta per padre Alex Zanotelli, missionario «barricadero» con il Veneto sempre nel cuore ma che ormai vive in quel Rione Sanità dilaniato dalle faide fra i clan della Camorra.
Qualche giorno fa, mentre qui infuriava la polemica su Riina jr, l’ennesimo fatto di sangue: un duplice omicidio fra la gente.Il rione Sanità è una delle tante periferie a sud del mondo che don Alex ha sempre difeso dal liberismo sfrenato. Memorabili i suoi anni a Nordest in prima fila nel movimento pacifista. E a chi gli contesta da sempre l’eccessiva contiguità ai centri sociali, al movimento antagonista e all’estrema sinistra, don Alex risponde allo stesso modo: «Chi difende i poveri e la pace nel mondo non fa politica. Fa solo il suo dovere». Ecco i suoi sit-in, i digiuni, le proteste pacifiche. A Napoli padre Alex si è schierato dalla parte degli «invisibili», i cittadini che non tollerano più lo strapotere della Camorra.
L’anno scorso, dopo l’omicidio del 17enne Gennaro Casarano, padre Zanotelli ha chiesto e ottenuto che la messa della mattina successiva all’agguato venisse celebrata all’esterno, con il sangue ancora caldo sul piazzale antistante la chiesa. In quell’occasione il missionario lanciò un messaggio alle coscienze di tutti: «Nessuno verrà a salvarci, alziamo la testa e liberiamoci».
Al rione Sanità, ma anche in altri quartieri cittadini, bande di piccoli criminali, dietro cui c’è la Camorra, si contendono l’affare della droga. Da dimenticare il conteso ambientale. Tra i vicoli della Sanità non c’è un asilo nido comunale, c’è solo una scuola elementare, mancano le medie e c’è una sola superiore, seconda in classifica per dispersione scolastica a livello nazionale. Padre Zanotelli non usa giri di parole: «E’ normale che se l’offerta scolastica è così ridotta, i giovani vivano la strada e qui entrino in contatto con realtà criminali di ogni genere». Ora il Governo sta intervenendo con un progetto del ministero all’Istruzione: scuole aperte anche di pomeriggio con attività di sostegno e ricreative, per consentire ai giovani di non disperdersi. «C’è un distacco enorme tra questa realtà e il resto del Paese, - ammonisce il missionario - e qui ovviamente la Camorra gioca facile». Per i «guaglioncelli», i ragazzini, spesso la Camorra rappresenta l’unica alternativa per trovare lavoro. Se il clan offre uno stipendio mensile di 500 euro, nella mancanza di altre possibilità molti scelgono di stare dalla parte della criminalità. Contro cui si oppose coraggiosamente un altro prete di frontiera, don Giuseppe Diana. Il 19 marzo 1994, i Casalesi lo uccisero nella sua sacrestia.