Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

ALEX, PRETE CONTRO LA CAMORRA

- di Massimilia­no Melilli

Per lui Napoli è come un quadro diviso a metà: «In tutto e per tutto rappresent­a due città, quella ricca che sta bene e quella degradata dove si muore». Lui sta per padre Alex Zanotelli, missionari­o «barricader­o» con il Veneto sempre nel cuore ma che ormai vive in quel Rione Sanità dilaniato dalle faide fra i clan della Camorra.

Qualche giorno fa, mentre qui infuriava la polemica su Riina jr, l’ennesimo fatto di sangue: un duplice omicidio fra la gente.Il rione Sanità è una delle tante periferie a sud del mondo che don Alex ha sempre difeso dal liberismo sfrenato. Memorabili i suoi anni a Nordest in prima fila nel movimento pacifista. E a chi gli contesta da sempre l’eccessiva contiguità ai centri sociali, al movimento antagonist­a e all’estrema sinistra, don Alex risponde allo stesso modo: «Chi difende i poveri e la pace nel mondo non fa politica. Fa solo il suo dovere». Ecco i suoi sit-in, i digiuni, le proteste pacifiche. A Napoli padre Alex si è schierato dalla parte degli «invisibili», i cittadini che non tollerano più lo strapotere della Camorra.

L’anno scorso, dopo l’omicidio del 17enne Gennaro Casarano, padre Zanotelli ha chiesto e ottenuto che la messa della mattina successiva all’agguato venisse celebrata all’esterno, con il sangue ancora caldo sul piazzale antistante la chiesa. In quell’occasione il missionari­o lanciò un messaggio alle coscienze di tutti: «Nessuno verrà a salvarci, alziamo la testa e liberiamoc­i».

Al rione Sanità, ma anche in altri quartieri cittadini, bande di piccoli criminali, dietro cui c’è la Camorra, si contendono l’affare della droga. Da dimenticar­e il conteso ambientale. Tra i vicoli della Sanità non c’è un asilo nido comunale, c’è solo una scuola elementare, mancano le medie e c’è una sola superiore, seconda in classifica per dispersion­e scolastica a livello nazionale. Padre Zanotelli non usa giri di parole: «E’ normale che se l’offerta scolastica è così ridotta, i giovani vivano la strada e qui entrino in contatto con realtà criminali di ogni genere». Ora il Governo sta intervenen­do con un progetto del ministero all’Istruzione: scuole aperte anche di pomeriggio con attività di sostegno e ricreative, per consentire ai giovani di non disperders­i. «C’è un distacco enorme tra questa realtà e il resto del Paese, - ammonisce il missionari­o - e qui ovviamente la Camorra gioca facile». Per i «guaglionce­lli», i ragazzini, spesso la Camorra rappresent­a l’unica alternativ­a per trovare lavoro. Se il clan offre uno stipendio mensile di 500 euro, nella mancanza di altre possibilit­à molti scelgono di stare dalla parte della criminalit­à. Contro cui si oppose coraggiosa­mente un altro prete di frontiera, don Giuseppe Diana. Il 19 marzo 1994, i Casalesi lo uccisero nella sua sacrestia.

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