Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Caorle verso le elezioni, i preti scendono in campo

- di Mauro Zanutto

Chiedono attenzione alla famiglia, all’educazione e alla scuola (anche la privata, ovvio). Dicono che va contrastat­o il precariato e chiedono casa e sostegno per i giovani. E’ il manifesto dei parroci delle sette parrocchie di Caorle, che entrano di peso nella campagna per le amministra­tive. La politica è dimenticat­a, ma guardare da lontano non si può più, dicono.

CAORLE Il motto è «O protagonis­ti o nessuno» e ricalca quello del meeting 2008 di Comunione e Liberazion­e. Ma in questo caso c’è una sostanzial­e differenza. Il manifesto redatto dalle parrocchie di Caorle, che evoca quelli ritualment­e stilati da associazio­ni di categoria come Confcommer­cio o Confindust­ria, è diretto ai candidati a sindaco della località balneare ed è destinato a scuotere non solo la politica locale. Perché mai, prima d’ora, perlomeno nella Diocesi di Venezia, i parroci di sette parrocchie erano scesi dal pulpito per dettare alla politica le priorità della comunità. Temi che vanno dalla centralità della famiglia nella società alle soluzioni abitative per chi non ha possibilit­à economiche ma anche - al di fuori del manifesto che verrà distribuit­o in chiese, durante il catechismo e in ogni iniziativa parrocchia­le - di vigilare contro «infiltrazi­oni mafiose».

All’ombra dello storico campanile di Piazza Vescovado, ieri i parroci di Caorle sono scesi dunque nell’agone politico per presentare un manifesto che nell’incipit non lascia ombra di dubbio: «Siamo tutti d’accordo, la politica sembra non essere più una cosa interessan­te. E’ percepita lontana dalla vita reale, inutile, se non addirittur­a disonesta». E ancora: «Non possiamo stare a guardare rimanendo ai margini della società, aspettando che qualcun altro prenda le decisioni al posto nostro».

Don Giuseppe Simoni spiega che quelle parole sono nate dall’opinione diffusa nella comunità cristiana ma anche laica. «La fede ci for- nisce il coraggio di stare in piazza per collaborar­e al bene comune», aggiunge Don Francesco Marchesi, viceparroc­o della parrocchia Santo Stefano, quella del Duomo di Caorle.

Le priorità indicate sono sei. In primis quindi la famiglia come elemento centrale della società; a seguire il sostegno ai servizi educativi e scolastici offerti dalla scuola statale e da quella pubblica paritaria; favorire gruppi e associazio­ni volte all’aiuto di persone e famiglie in contesti di precarietà e solitudine «laddove alla mancanza del pane si aggiungono problemati­che giovanili, anzianità, malattia, la piaga del gioco d’azzardo». Ancora la richiesta di soluzioni abitative per giovani costretti alla fuga dal centro storico a causa dei prezzi esorbitant­i del matto- ne; il rispetto della legalità e dell’ambiente e nuovi posti di lavoro; infine lo snelliment­o della burocrazia «che attanaglia il cittadino per qualsivogl­ia adempiment­o amministra­tivo».

L’idea è «creare la struttura su cui i candidati a sindaco pianifiche­ranno le proprie scelte» puntualizz­a Giovanni Padovese, del consiglio pastorale. Ma il monito più forte arriva da Don Giorgio Scatto, fondatore della Comunità Monastica di Marango, che punta il dito su immigrazio­ne e malavita: «Caorle deve impegnarsi di più nell’accoglienz­a visto che qui non ci sono profughi, e vigilate sulle infiltrazi­oni mafiose perché qui ci sono tanti interessi, ci sono inchieste giudiziari­e in corso, abbiamo uno scempio nella frazione Ottava Presa, dove tutti dicono che abbia avuto origine con fondi di dubbia provenienz­a». Tra il pubblico due candidati a sindaco: Luciano Striuli e Alessandro Borin che ascoltano con attenzione. La presa di posizione della Chiesa è decisament­e inusuale. Sta nascendo un movimento politico delle parrocchie? I parroci sorridono e spiegano che «è solo l’espression­e della comunità». Nel frattempo a Musile continua a far discutere l’iniziativa del parroco accusato dal vicegovern­atore del Veneto, Gianluca Forcolin, ex sindaco di Musile, di aver tentato di reclutare tre presidenti di associazio­ni per la lista del candidato Pd: «E’ una commistion­e tra religione e politica che non deve esistere».

La premessa Siamo tutti d’accordo, la politica sembra non essere più una cosa interessan­te. E’ percepita lontana dalla vita reale, se non disonesta

 ??  ?? Perestroic­a I parroci delle parrocchie di Caorle uniti per una nuova politica (Foto Errebi)
Perestroic­a I parroci delle parrocchie di Caorle uniti per una nuova politica (Foto Errebi)

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