Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Carcere senza carenze d’organico» E l’agente viene trasferito in Sicilia

Il Tar dà ragione ad una guardia che aveva chiesto di avvicinars­i alla famiglia

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VICENZA Sovraffoll­amento carcerario e ragioni di famiglia. Il Tar del Veneto non ha dubbi: nel carcere di Vicenza non vi sono «casi o esigenze eccezional­i» e l’agente della polizia penitenzia­ria può tornare in Sicilia da moglie e figlio.

La vicenda prende il via nell’agosto del 2014 quando Pasquale D., assistente in servizio al San Pio X, festeggia la nascita del bambino. Peccato che, per poterlo abbracciar­e, ogni volta Pasquale debba affrontare un viaggio di centinaia di chilometri: la moglie infatti vive e lavora a Sciacca. Così, il 31 marzo 2015 l’agente presenta istanza di distacco per tre anni alla casa circondari­ale di Agrigento. Ma la direzione generale del personale la respinge, basandosi sul fatto che «a Vicenza erano presenti 131 unità di polizia penitenzia­ria maschile rispetto alle 146 previste, mentre ad Agrigento erano presenti 215 unità r i s petto a l l e 200 previ s te » . Croniche carenze d’organico, lamentate spesso dai sindacati della polizia penitenzia­ria, anche a Vicenza. Con l’estate, qualcosa cambia: «Essendo aumentato il numero delle unità di polizia penitenzia­ria, pregiudizi­o sull’interesse pubblico con danno per la collettivi­tà». Con tanto di numeri e percentual­i: a Vicenza erano in servizio 144 unità rispetto alle 146 previste (con un sovraffoll­amento carcerario pari al 43% in più di detenuti), ad Agrigento 188 agenti rispetto ai 200 previsti e sovraffoll­amento superiore del 30%, a Sciacca 38 agenti rispetto ai 36 e una presenza di detenuti inferiore al 7%. Ad Agrigento mancavano 12 guardie rispetto agli or-

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