Il tweet di Renzi: «Libro speciale» E il web applaude

«Un libro speciale». Era l’ora di pranzo quando Matteo Renzi ha pubblicato su Twitter una foto del lavoro letterario di Giacomo Mazzariol appoggiato su una superficie rossa. Tre parole, la sintesi del suo pensiero che in pochi attimi sono state re-twittate e poste tra i «preferiti» da centinaia di persone. E che rimandavano ad un lungo post su Facebook, nel quale sempre Renzi raccontava di come è entrato in contatto col libro del castellano. «Molte notizie interessanti oggi sui giornali», si legge nel post del premier. «Sono stato però attratto da un articolo che non ha molto da spartire con la politica. È un’intervista ad un ragazzo veneto, Giacomo Mazzariol, che l’anno scorso realizzò un bellissimo video sul fratello Giovanni, affetto dalla sindrome di Down. Giacomo ha scritto Mio fratello rincorre i dinosauri – Storia mia e di Giovanni che ha un cromosoma in più. Sono sceso in libreria e l’ho comprato». Fatta questa premessa, il leader del Pd ha colto l’occasione per porre l’accento sull’azione del governo relativamente ai problemi dei diversamente abili. Si legge ancora sul suo profilo social: «Poi, siccome sono anche il Presidente del Consiglio dei Ministri pro tempore, ribadisco qui che stiamo facendo tutti gli sforzi per approvare al più presto le leggi sul “Dopo di noi” e sul “Terzo settore”. Due riforme attese da decenni, adesso finalmente pronte per l’ultima lettura. Ma, per una volta, nessun commento: solo buona lettura». Sotto a queste frasi, che hanno ottenuto migliaia di like e centinaia di condivisioni, anche una raffica di commenti che fanno ben sperare lo scrittore trevigiano in vista delle prossime vendite del suo libro dal «Grazie per il consiglio presidente, lo leggerò» al «le tue parole ci hanno emozionato». In mezzo anche un portatore di handicap che gli chiede aiuto per la sua situazione personale, critiche politiche al premier e qualcuno che lo difende. Come Irene: «Storia di tutti giorni, storia di tanta gente che certi sapientoni in questa pagina non conoscono perché non leggono mai».