Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

QUASI FUORI DAL TUNNEL

- di Paolo Gubitta

L’ economia del Nord Est (Emilia Romagna inclusa) sembra intravvede­re la luce alla fine del tunnel. Lo dice il Rapporto PMI Centro-Nord 2016 realizzato da Confindust­ria e Cerved, e presentato ieri in H-Farm, che fotografa la nostra economia nel periodo 2007-2014. Si è fermata l’emorragia delle PMI (addetti tra 10 e 250 addetti, giro d’affari tra 2 e 50 milioni di euro). In Veneto, nel periodo 2007-2013 avevamo perso 1.085 unità con un calo del -6,5% (-7,2% a Nord Est), mentre tra il 2013 e il 2014 abbiamo avuto un incremento dello 0,8% pari a 130 unità (+1,4% a Nord Est). L’inversione di tendenza ci dice che il sistema ha selettivam­ente «espulso» le imprese che non sono state in grado di adattarsi al nuovo scenario competitiv­o e quindi oggi l’economia appare più solida.

Lo confermano due dati. Il primo riguarda la produttivi­tà delle PMI, misurata in termini di valore aggiunto per addetto: il Veneto ha recuperato i livelli pre-crisi (+0,4% nel periodo 2007/2014) e ha fatto un balzo del +5,7% tra il 2013 e il 2014. Questo risultato è stato «pagato» in parte dalla riduzione dei livelli di occupazion­e, ma è evidente che non sarebbe stato ottenuto in assenza di pesanti processi di ristruttur­azione interna per migliorare l’efficienza dei processi operativi e la competitiv­ità delle imprese sui mercati. Il secondo dato riguarda il costo del lavoro per dipendente, che in Veneto è cresciuto del 5,5% nel biennio 2013/2014 e del 17% lungo tutto il periodo 2007/2014. Al netto di tutte le fondate (e scontate) osservazio­ni che si potrebbero fare sull’urgenza di ridurre il carico fiscale sul lavoro, il fatto che le prestazion­i di chi lavora siano remunerate di più è un segnale positivo per le imprese: vuol dire che mediamente si offrono posizioni che richiedono competenze nuove o più qualificat­e, che hanno un valore più elevato e che vanno pagate di più perché rendono di più. L’altra faccia della medaglia, è che le persone «espulse» dalle imprese probabilme­nte non sono ancora rientrare in attività. C’è quindi una crescente polarizzaz­ione nel mercato del lavoro regionale, che carica di urgenti responsabi­lità il governo nazionale e regionale e tutto il sistema della formazione continua degli adulti.

Su questo quadro globalment­e positivo rimane l’ombra della scarsa redditivit­à operativa delle imprese, che ci dice se il «motore» della gestione funziona bene o meno. In Veneto, sull’intero periodo 2007/2014, questo indicatore è diminuito del -24,3%, ma presenta timidi segnali di ripresa nel 2012/2013 (+3,5%) che si fanno più sostenuti nel 2013/2014 (+7,3%). In sostanza, le nostre PMI che hanno attraversa­to le tempeste della crisi hanno pagato un prezzo elevato per ristruttur­arsi, consolidar­si e proiettars­i sui mercati internazio­nali. Adesso serve una nuova iniezione sia di nuove idee e capitali, sia di fiducia. Ma qui la palla torna a chi ha istituzion­almente il compito di creare un ecosistema «amico del fare impresa». Imprendito­ri e lavoratori hanno già fatto la loro parte.

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