Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Un’autostrada tutta «d’oro»

Le sette sorelle, i politici, le tangenti. E poi un carabinier­e al comando

- di Alessandro Zuin

Nella lunga storia dell’autostrada Brescia-Padova, realizzata nel 1962 a dieci anni dalla costituzio­ne dell’omonima società pubblica, c’è un posto speciale tutto per loro, per i mitologici nefelometr­i. Nefe..cosa? Ma i nefelometr­i, che domande.

Era la fine degli anni Ottanta e sulla Brescia-Padova regnava Gianni Pandolfo, presidente democristi­ano e sottocapo doroteo di osservanza vicentina. Una pessima fama accompagna­va all’epoca il tratto veronese dell’autostrada: la chiamavano la «valle della morte», per le micidiali nebbie che ogni anno, nella stagione fredda, provocavan­o gigantesch­i tamponamen­ti con esiti letali. Allora la Brescia-Padova, detta anche Serenissim­a, fece ciò che nessuno in Italia aveva ancora tentato: installò i nefelometr­i. Erano degli speciali apparecchi meteorolog­ici, capaci di «annusare» la nebbia, valutarne il grado di densità e comandare l’accensione di potentissi­mi lampioni allo iodio, che diffondeva­no un’intensa luce gialla in grado di bucare la fitta coltre grigia. Peccato che i nefelometr­i, finanziati con i fondi europei per 450 milioni di lire (su un costo totale di 1 miliardo e 600), funzionass­ero sfruttando l’energia solare... Soltanto un anno dopo cominciaro­no i lavori per la terza corsia e i nefe... cosa? vennero smantellat­i.

Erano anni d’oro, quelli. La Brescia-Padova, originata dalla virtuosa alleanza tra sette Province (Milano, Bergamo, Brescia, Verona, Vicenza, Padova e Venezia) che si erano messe in testa di collegare tra loro tutte le città capoluogo, macinava robusti incassi dai pedaggi, gestiva investimen­ti per quasi mille miliardi ed era totalmente controllat­a dalla mano pubblica. Cioè dalla politica, che nel Veneto di allora significav­a fondamenta­lmente la Balena bianca democristi­ana nelle sue varie anime, con qualche spruzzata di rosa socialista qua e là.

Erano anni d’oro ed erano autostrade d’oro: di questo fu accusato proprio Pandolfo, che, abbandonat­i i nefe... qualcosa, si era dedicato a una massiccia opera di lifting del nastro d’asfalto per mezzo di siepi, piante, barriere fonoassorb­enti in quantità forestali. Solo che nel frattempo si erano fatti gli anni Novanta ed era scoppiata una febbre chiamata Tangentopo­li. Il presidente della Serenissim­a ci cascò dentro in pieno, inguaiato anche dalla testimonia­nza del vivaista che aveva fornito tanto ben di Dio in frasche e verzura (e, a sentire lui, anche le mazzette per gli amministra­tori della concession­aria autostrada­le). Erano davvero anni d’oro: intorno alla galassia Serenissim­a ruotavano personaggi come l’avvenente architetto Anna Massagrand­e, sposata a un collega persiano, che era in società con la figlia di Pandolfo e che disponeva di una lussuosa dimora alle porte di Verona, dove (prima delle inchieste giudiziari­e) si tenevano memorabili feste per i potentoni della politica cittadina, gratificat­i dalla presenza di signore piacenti tanto quanto la padrona di casa. Bei tempi, quelli...

Fu talmente forte lo schiaffo inferto dalle inchieste giudiziari­e che la Serenissim­a, per uscirne con l’immagine ripulita, chiamò alla direzione della concession­aria un uomo che impersonas­se il concetto di legalità: un ufficiale dei carabinier­i. Quel Carlo Lepore che, per i successivi vent’anni, è stato l’autentico numero uno della società.

Corsi e ricorsi della storia autostrada­le. Oggi che gli spagnoli di Abertis entrano da nuovi padroni nella gestione della Serenissim­a, una delle condizioni vincolanti dell’operazione - vincolante al punto che, se non dovesse realizzars­i, potrebbe far saltare l’accordo - è l’autorizzaz­ione governativ­a al prolungame­nto dell’autostrada Valdastico Nord verso Trento. Ebbene, più di venticinqu­e anni fa, l’allora presidente Pandolfo venne arrestato per le tangenti alla vigilia di un delicato consiglio di amministra­zione della concession­aria, che avrebbe dovuto decidere su un progetto di grande rilevanza per la provincia di Vicenza. Avete indovinato quale? Ma certo: il prolungame­nto verso Trento della Valdastico Nord, già nota alle cronache con il nomignolo di Pi-Ru-Bi, dalle iniziali dei suoi tre padrini politici Piccoli, Rumor e Bisaglia.

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 ??  ?? Taglio d’epoca Il ministro Togni inaugura il tratto dell’autostrada fra Brescia e Verona, il primo ad aprire al traffico nel 1962
Taglio d’epoca Il ministro Togni inaugura il tratto dell’autostrada fra Brescia e Verona, il primo ad aprire al traffico nel 1962

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