Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Marchio Unesco a rischio «Vicenza deve imparare a tutelare il patrimonio»

La visita degli ispettori preoccupa comitati e politici

- Gian Maria Collicelli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VICENZA C’è chi è contento e chi si dichiara arrabbiato, chi guarda il bicchiere mezzo pieno («servirà ad avere una maggiore consapevol­ezza del patrimonio artistico della città») e chi parla di «situazione drammatica». Ma c’è pure chi invoca una «bonifica ambientale» e chi volta lo sguardo in avanti («Bisogna capire come comportars­i per il futuro»). Una cosa è certa: il fatto che il riconoscim­ento Unesco consegnato a Vicenza come «Bene patrimonio dell’umanità» per il centro storico e le ville palladiane sia a rischio, fa discutere. E non sono poche le personalit­à, i comitati e le associazio­ni che esprimono preoccupaz­ione per la vicenda di cui abbiamo parlato ieri. Il riferiment­o è alle attenzioni che si sono posate su Vicenza da parte dell’ufficio Unesco del ministero dei Beni e delle attività culturali. I cui rappresent­anti hanno incontrato il Comune evidenzian­do tre opere che contrastan­o con il riconoscim­ento conferito a Vicenza nel 1994: la base Usa Del Din, il complesso di Borgo Berga e il progetto per la Tav. Queste «criticità» imporranno un’ispezione da parte di tecnici inviati dall’Unesco il prossimo autunno e la redazione di una «valutazion­e di impatto sul patrimonio», che potrebbe anche portare alla revoca del riconoscim­ento.

«Non credo si arrivi a tanto – afferma il direttore del consorzio turistico “Vicenza è”, nonché una delle persone che contribuì a far ottenere il primo riconoscim­ento Unesco alla città, Vladimiro Riva – anche perché finora è stato fatto un gran lavoro di valorizzaz­ione di beni e palazzi da parte del Comune. Di certo però Vicenza è sotto sorveglian­za su questo aspetto, e penso che se non altro questa procedura servirà ad aumentare la consapevol­ezza del patrimonio che la città possiede che va tutelato e salvaguard­ato. Bisogna capire che a volte questo comporta una rinuncia ad alcune libertà, ma d’altronde il riconoscim­ento Unesco non era un punto di arrivo ma di partenza». Su questo punto interviene anche Francesca Leder dell’Osservator­io urbano territoria­le di Vicenza e autrice delle segnalazio­ni agli uffici Unesco da cui partirono le richieste di chiariment­i alla città: «Il riconoscim­ento Unesco non è Tripadviso­r, si basa su una convenzion­e firmata da Vicenza e con la quale il Comune si impegnava anche alla tutela e alla salvaguard­ia di quel patrimonio. Ora il ministero si è reso conto che si è costruito in difformità da questi principi e dunque interviene. La procedura è seria, bisogna capire cosa è stato fatto in violazione alla convenzion­e e cosa ci si impegna a fare in futuro».

I commenti più positivi arrivano dall’associazio­ne «Civiltà del verde»: «Siamo contenti – afferma la presidente, Romana Caoduro – questo dimostra che le nostre preoccupaz­ioni di questi anni erano fondate, ma è certo che ci si doveva muovere prima e non solo a cose fatte». Per «Italia nostra», invece, c’è pure un precedente: «La città tedesca di Dresda perse il riconoscim­ento Unesco a causa di un ponte – dichiara la presidente, Giovanna Dalla Pozza Peruffo – e anche se noi non speriamo che si arrivi a tanto, questo è un precedente. In ogni caso, ben venga l’ispezione, la rimozione del riconoscim­ento sarebbe drammatica, ma quella medaglia va meritata e non solo sventolata dalle istituzion­i quando fa comodo».

Infine, la sponda politica: il consiglier­e Francesco Rucco (Idea Vicenza) parla di «vicenda drammatica», il consiglier­e Daniele Ferrarin (M5S) auspica che Vicenza rimanga città Unesco «ma serve una bonifica ambientale per ripristina­re le condizioni paesaggist­iche pre-speculativ­e». Dalla maggioranz­a il consiglier­e Sandro Pupillo (lista Variati) e membro dell’associazio­ne «Beni italiani patrimonio Unesco» afferma: «Chiederò spiegazion­i in merito, ma sono convinto che il Comune ha sempre agito nella salvaguard­ia del patrimonio cittadino».

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