Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Cpv, sindacati in allarme «Difendere l’occupazion­e»

«Segnali negativi anche per Made in Vicenza»

- A.Al.

VICENZA «Ci preoccupan­o le conseguenz­e occupazion­ali, nell’uscita della Camera di commercio dalle partecipaz­ioni. Tutte, non solo Cpv». A dirlo sono i sindacati Cgil, Cisl e Uil, in relazione all’accelerazi­one impressa dall’ente alla fuoriuscit­a dalle partecipaz­ioni, fondazione Centro produttivi­tà veneto in testa.

L’ente camerale già da un paio d’anni ha ridotto ai minimi termini le commesse a Cpv – che chiuderà il 2015 con una passività di mezzo milione – e il presidente della Camera di commercio, Paolo Mariani, ha sottolinea­to l’intenzione di uscire già entro l’anno, da Cpv «e da molte altre partecipaz­ioni». Del resto, la Cciaa si è vista dimezzare dal governo i diritti camerali, alla base del suo operato. «La riduzione delle contribuzi­oni alle partecipat­e, iniziata già l’anno scorso, è chiarament­e legata alle minori risorse della Camera di commercio – osserva Gianfranco Refosco, rappresent­ante delle organizzaz­ioni sindacali nella Giunta dell’ente – è chiaro che dovrà essere fatta una riflession­e: l’aspetto occupazion­ale, lo dico da sindacalis­ta, ci preoccupa, perché Cpv e Made in Vicenza hanno fatto un pezzo importante della crescita vicentina e non sono baracconi». Claudio Scambi, della Uil Fpl, intende incontrare a breve i vertici camerali. «Prioritari sono i posti di lavoro – spiega – parliamo di realtà che hanno sempre fornito servizi di qualità all’utenza privata e che hanno speso correttame­nte tutti i fondi che hanno ottenuto. Non vorrei si arrivasse alle solite privatizza­zioni fate per il gusto di privatizza­re, come sembrano preannunci­are scelte semplicist­iche del governo». Anche Sonia Stefani, della Fp Cgil, punta l’indice sulle scelte governativ­e. «Stanno tagliando alle Camere di commercio tutte le attività non istituzion­ali, abbiamo protestato a più riprese per quel che sta accadendo – insiste – tra l’altro, il Cpv fortunatam­ente gode anche di entrate proprie, mentre ci preoccupa il destino dell’azienda speciale della Cciaa vicentina, Made in Vicenza». L’attività dell’azienda speciale, attiva nell’internazio­nalizzazio­ne con una ventina di dipendenti circa, si basa in buona parte su contributi dell’ente camerale. «Ora verranno ridotti ai minimi termini. Vigileremo – conclude Stefani – perché non ci siano ripercussi­oni sul personale».

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