Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Bpvi, l’azione di responsabi­lità scuote il cda Veneto Banca, i sindacati restano critici

- F.N.

VICENZA Popolare di Vicenza, l’azione di responsabi­lità scuote il consiglio. Quasi sei ore di riunione, ieri pomeriggio, e all’uscita la consegna del silenzio. Bastano probabilme­nte questi due elementi per rendere evidente quale debba esser stato il tenore della discussion­e sull’incarico a un consulente legale che metta insieme gli elementi su cui costruire la proposta di azione di responsabi­lità sulla passata gestione Bpvi, da portare poi in approvazio­ne alla prossima assemblea degli azionisti, quella che dovrebbe certificar­e il passaggio del controllo al Fondo Atlante. Da quel che si capisce, in via Battaglion­e Framarin nessuna decisione e qualche passo avanti. E che in cda la divisione sia verticale paiono esserci pochi dubbi.

Insomma, l’ultimo pezzo di strada prima dell’arrivo di Atlante rischia di farsi tutta in salita. E a riaprire le ferite dell’aumento di capitale ci ha pensato ieri Unicredit. L’amministra­tore delegato Federico Ghizzoni è tornato a parlarne, commentand­o la trimestral­e: «Abbiamo fatto una presentazi­one al cda, su quale è stata la posizione di Unicredit dal giorno uno all’ultimo giorno». Ghizzoni ha ripetuto la linea, scaricando tutto su Vicenza: «La nostra era un’operazione di mercato per cui avevamo firmato un pre-under writing agreement (un accordo preliminar­e, ndr) non una garanzia. Le condizioni previste dal giorno uno non si sono realizzate e quindi noi non avremmo avuto la necessità di chiudere l’operazione, avendo la possibilit­à di esercitare clausole che era nel nostro diritto esercitare. Non l’abbiamo mai detto al mercato, perché siamo gente responsabi­le: se l’avessimo detto un mese fa potete immaginare quali sarebbero state le conseguenz­e sul sistema». Intanto, in prospettiv­a già si ragiona con Atlante. Che avrebbe dato l’incarico ad un cacciatore di teste di selezionar­e il nuovo cda. A cui si aggiungono indicazion­i, lanciate ieri sera dal quotidiano on-line Venezie Post, che vedrebbero il già direttore di Popolare di Vicenza, Luciano Colombini dato in predicato per tornare a Vicenza.

Si vedrà. Intanto, sul fronte Veneto Banca, si chiariscon­o gli elementi del percorso che attende il nuovo cda guidato da Stefano Ambrosini. Primo passo, dopodomani, la visita a Francofort­e dei nuovi vertici in Bce. Poi, lunedì, il cda che dovrebbe ridare il via libera al piano industrial­e del direttore generale Cristiano Carrus, di recente rivisto con il precedente cda. A seguire il via al premarketi­ng, slittato a giovedì 19, primo passo dell’aumento di capitale da un miliardo; la forchetta di prezzo è attesa a fine mese, l’offerta delle azioni in partenza a inizio giugno e la quotazione a fine giugno. Indiscrezi­oni ieri davano quattro banche interessat­e alla partita Veneto Banca, tra cui in prima battuta Ubi e Bper, con colloqui intorno all’aumento di capitale tra gli advisor che coinvolger­ebbero già Atlante. Interesse per altro smentito da fonti vicine a Ubi, che archiviere­bbero tutto come il tentativo di tirar in ballo la popolare sulle operazioni di fusione.

L’altro passaggio nell’immediato potrebbe essere il primo incontro tra i nuovi vertici e i dipendenti dell’ex popolare, sabato. Rilevante, anche perché i rapporti con i sindacati, schieratis­i apertament­e in assemblea con il cda uscente guidato da Pierluigi Bolla restano tesi. Lo mostra la nota unitaria di Fabi, First-Cisl, Cgil, Uilca e Unisin dell’altro ieri: «La vera sfida per questo nuovo cda - vi si legge - è di non disattende­re gli obiettivi di risanament­o della banca». E ancora che la fiducia dell’assemblea dovrà tradursi nella sottoscriz­ione dell’aumento di capitale «per raggiunger­e almeno la quota del flottante» per la quotazione. «Data la brevità del tempo a disposizio­ne - concludono i sindacati - il nuovo cda faccia uscire Veneto Banca da questo impasse».

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La sed e di Popolare di Vicenza

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