Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Schio, buona la prima
Gara1 della finale scudetto, le orange iniziano forte e prendono un largo vantaggio, poi super rimonta con sorpasso di Lucca: decide un lay-up di Macchi
LUCCA Mettiamola così. Tra Schio e Lucca la differenza c’è e si vede, ben più ampia di quanto non dica il punteggio finale risicatissimo. Ed è ai confini della realtà il fatto che, con 18 punti di vantaggio, il Famila si ritrovi a farsi salvare dalla solita monumentale Laura Macchi.
La quale firma il 57-56 con la naturalezza della campionessa assoluta con la squadra in tilt, bacchetta le compagne nel dopo gara e indirizza pure una frecciata a coach Mendez, incapace di trovare le contromisure alla zona di Diamanti. Il successo c’è, ma l’impressione è che ieri il coach galiziano abbia sbagliato molto rischiando di compromettere un successo già in cassaforte. L’ottavo scudetto, scongiuri permettendo, può prendere presto posto sulla bacheca orange, a patto di giocare il basket che Schio sa giocare, senza ansie incomprensibili. Lucca ha tanta fisicità, molto agonismo ma decisamente meno qualità rispetto alla Passalacqua Ragusa. Il primo quarto si snoda lungo i percorsi ipotizzati alla vigilia. Lucca tiene un ritmo indiavolato giocando sempre al limite del fallo, Dotto pigia sull’acceleratore, Crippa la spalleggia adeguatamente. Schio sceglie la via razionale, scelte al tiro intelligenti e Anderson stellare (8 punti in 10 minuti e 12-14 sulla prima sirena).
Il Famila comincia bene pure il secondo quarto e piazza subito un doppio allungo con due canestri da sotto di Ress e di Walker per il massimo vantaggio (12-18). La Gesam balla la samba e, con il passare dei minuti, perde lucidità. Zandalasini mette il canestro del +8 (17-25) e Mirko Diamanti è costretto a chiamare time-out. Troppo statica la sua squadra, poco lucida al tiro. Schio avanza a +12 pure con un pizzico di buona sorte (tabellone e canestro di Bestagno). Finale convulso di primo tempo: annullato un canestro sulla sirena dei 24 secondi a Dotto, putiferio e oggetti in campo, tecnico a Lucca, liberi di Anderson e tripla di Sottana a fine quarto e 32-21 servito. E non finisce regaleranno i due posti fra le elette in serie A1, in definitiva, saranno quelle attese: Omc Cignoli Broni-Magika Castel S. Pietro e Carispezia La Spezia TecMar Crema. Difficile fare pronostici, perché Broni ha dimostrato nel corso dell’anno qualità che potrebbe consegnarle la massima serie, ma Castel San Pietro è davvero un avversario imprevedibile, mentre tra La Spezia e Crema l’equilibrio sembra massimale. E Vicenza cosa farà nella prossima stagione? Difficile, al momento, decriptare le intenzioni della società, che sembra comunque intenzionata a rilanciare. Di sicuro la concorrenza è a dir poco agguerrita e costruire una buona squadra, come si è visto, non basta. Ci vuole qualcosa di più e non è bastato neppure un guru della panchina come Corno per fare il grande salto. (d. c.) qui, perché Lucca parte malissimo a inizio terzo quarto, sbagliando l’impossibile e non riuscendo a trovare la miglior Harmon (1/5 da due). Il risultato è un -18 (23-41) che sa molto di sentenza finale. Diamanti prova a cambiare, utilizzando Pedersen dalla media distanza e trovando tre canestri consecutivi mantenendo la Gesam a -14.
E così, con Masciadri in difficoltà e Ress che non riesce ad entrare in partita, il Famila mantiene prima a distanza Lucca, salvo poi incepparsi inspiegabilmente, in balia tattica (della zona di Diamanti) e psicologica di un avversario tarantolato. Che sorpassa sul 56-55 e poi s’inchina di fronte a una dea del basket continentale: Laura Macchi, ormai con le energie al lumicino, tira fuori l’ennesima perla. Pazienza se a Schio faranno gli scongiuri. I segnali che arrivano dal Pala Tagliate vanno tutti in un’unica direzione, basta saperli interpretare ed evitare certe storture non degne di una finale scudetto. E di una super squadra come quella che domina l’Italia da anni a questa parte.