Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Tav, dai comitati una proposta e una denuncia

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VICENZA Un comitato che presenta una nuova idea progettual­e, con schemi e mappe, mentre un gruppo di comitati, in modo diverso, chiede di fermare l’iter approvativ­o del Comune e denuncia la presenza di un’azienda «sotto i riflettori della magistratu­ra» per altre opere e che ha ottenuto l’appalto per lo studio di impatto ambientale sulla tratta dell’alta velocità ferroviari­a Verona-bivio Vicenza. Nel giorno in cui iniziano le audizioni dei comitati e delle associazio­ni in commission­e Territorio ecco che arrivano posizioni divergenti.

Una è quella espressa dal «Coordiname­nto dei comitati cittadini», una sigla che racchiude realtà delle zone di Laghetto, San Bortolo, San Paolo, Sant’Antonino e quartiere Italia e che verrà esposta in commission­e: si tratta, in sostanza, di un nuovo progetto per l’attraversa­mento della Tav in città che comprende, pure, un dettaglio sulla nuova stazione di viale Roma. Il comitato, infatti, sposa lo scenario prodotto da Rete ferroviari­a italiana che prevede il mantenimen­to dello scalo ferroviari­o del centro per Tav e treni locali con una fermata in Fiera in occasione di eventi internazio­nali. Da questa premessa, però, si dipana un’ipotesi diversa rispetto a quella presentata dai tecnici romani, mirata a «contenere i costi» e «ridurre l’impatto ambientale» e sulla quale si chiede «a istituzion­i e categorie di sostenerci nei confronti di Rfi» precisa il portavoce del comitato, Giancarlo Albera. In sostanza, il piano presentato dal comitato prevede di abbandonar­e l’idea del quadruplic­amento dei binari in centro città, che dunque dagli attuali 2 binari non passerebbe­ro a 4 ma a 3: «All’interno della città quattro binari non servono – spiegano dal comitato – perché la velocità è comunque limitata, per tutti i treni. Ne bastano tre e in questo modo evitiamo molti espropri perché il binario aggiuntivo si può realizzare nell’attuale sedime ferroviari­o». Nello spazio «risparmiat­o», però, il comitato ha progettato una nuova strada: un’arteria che scorre da Ponte alto a viale del Risorgimen­to, con uno svincolo all’altezza dell’ex corte Pellizzari, un passaggio interrato sotto la stazione ma anche la rettifica di viale Milano e un park interrato multipiano nell’area di deposito Ftv, da spostare in periferia. «Per arrivare in stazione con l’auto – dichiara l’architetto Giuseppe Seccone, del comitato – si potrà percorrere la nuova arteria deviando su via Torino e viale Milano e parcheggia­re lì. Oppure, la nuova strada può fungere da collegamen­to est-ovest per la città sgravando però tutte le altre arterie locali come viale San Lazzaro». Infine, il dettaglio sulla nuova stazione di viale Roma: «Andrà riqualific­ata – spiega Albera – e abbiamo pensato a uno sviluppo sopra i binari, con un sottopasso verso i Ferrovieri e spazi per pedoni, tram, bici e autobus verso Campo Marzo, che potrebbe pure allargarsi».

Chi non sposa gli scenari di Rfi e, anzi, chiede uno stop all’iter di approvazio­ne da parte del Comune è il gruppo costituito dai comitati Pomari, dei Ferrovieri, di Vicenza est e l’associazio­ne «Civiltà del verde». Le realtà, infatti, denunciano la presenza di una società «già sotto i riflettori della direzione distrettua­le antimafia di Napoli» per altre opere realizzate in Veneto negli anni precedenti e che ha realizzato lo studio di impatto ambientale per la tratta Tav Verona-bivio Vicenza: «Chiediamo che il Comune approfondi­sca la questione prima di procedere con qualunque decisione – fanno sapere dai comitati – e che il sindaco scriva al Governo e all’autorità anticorruz­ione affinché sia fatta chiareza, altrimenti lo faremo noi».

Contrari Un disegno con tre binari. Civiltà del verde: intervenga l’anticorruz­ione

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Dibattito Il progetto Tav solleva osservazio­ni

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