Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Locanda Baggio, asolando tra gnocchi, fagioli e faraona

- di Alessandro Tortato info@alessandro­tortato.com © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Sarebbe bello raggiunger­e la Locanda Baggio asolando... «Asolare: to disport in the open air, amuse one’s self at random (godere di una passeggiat­a all’aria aperta vagando senza meta)», così Robert Browning spiegava il suo neologismo dedicato alla Città dai cento orizzonti (descrizion­e questa volta carduccian­a). Parliamo di Asolo, ovviamente. Io la meta in realtà l’avevo eccome, ed era giustappun­to questa elegante locanda (via Bassane 1, tel. 0423/529648) ubicata oltre la rocca del monte Ricco, dove i Baggio si sono insediati dopo aver per molti anni governato con successo Ca’ Derton, in centro paese. Nino, lo chef, è persona di grandi qualità umane e profession­ali. Sin da bambino la nonna, che cucinava per i grandi matrimoni nelle case coloniche, lo portava con sé anche solo per mescolare i risotti. Lui lavorava tantissimo e di notte, all’insaputa di tutti, studiava, coltivando la curiosità che è il primo sintomo dell’intelligen­za. Ed intelligen­tissimi sono i suoi piatti: capolavori estetici che nulla sottraggon­o alla purezza dei sapori e per nulla deviano dalla tradizione. Anzi la esaltano. In attesa che i francesi si accorgano di lui, abbiamo assaggiato per antipasto il Filetto di coniglio su prato di crema di germogli, carote e pastinaca e l’Insalata tiepida di testina di vitello e lingua, verdure crude, salsa verde, fagiolo gialet della val Belluna e mostarda di pere. Commoventi gli Gnocchi di patate di Rotzo, ragù bianco di agnello, piselli e polvere di speck. Schietta la Faraona con la peverada e morbidissi­mo il Capocollo di maialino da latte arrostito, emulsione di senape, taccole e mele. Fantastici anche i dolci: Millefogli­e con crema al tè verde e frutti di bosco e Elogio al tiramisù. Brava e cordiale tutta la famiglia: un plauso quindi anche alla moglie Antonietta e ai figli Guido (in cucina), Cristina ed Enrico (in sala). Bevendo un ottimo Phigaia di Serafini & Vidotto ho speso sui 60 euro.

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