Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Profughi, piano dei prefetti per sostituire Ecofficina
Ecofficina, appalti a rischio. Verona, Alfano annuncia: «Daspo per chi imbratta i muri»
PADOVA A un mese dall’avvio degli scandali che riguardano Ecofficina, i cui vertici sono indagati per maltrattamenti, falso e truffa aggravata, ora le prefetture stanno chiedendo informalmente alle altre cooperative se (e, nel caso, come) sarebbero in grado di subentrare negli hub di Cona, Bagnoli e Prandina.
Le prefetture stanno cercando una via d’uscita per «liberarsi» di Ecofficina senza farsi troppo male. E il «troppo male», per un ente pubblico, riguarda il pagamento delle penali. A un mese dall’avvio degli scandali che riguardano la cooperativa di Battaglia, i cui vertici sono indagati per maltrattamenti, (negligenza nella gestione di stranieri a Montagnana), falso (per aver presentato documenti falsificati al bando di un comune padovano) e truffa aggravata, ora le prefetture stanno chiedendo informalmente alle altre cooperative se (e, nel caso, come) sarebbero in grado di subentrare a Ecofficina negli hub di Cona, Bagnoli e Prandina.
L’altro effetto della bufera giudiziaria è che quando una cooperativa si ritrova travolta dagli scandali nessuno ne esce bene: non le prefetture, che non avrebbero attivato adeguati controlli, ma nemmeno le altre cooperative, guardate con sospetto. E la ripercussione concreta è che i privati che affidano i loro appartamenti alle coop si tirano indietro. Succede proprio a Due Carrare, dov’è scoppiato il caso dei documenti falsi presentati da Ecofficina, e dove i privati che avevano messo a disposizione le loro proprietà alle seconde classificate (l’Ati di Coges e Città Solare) si stanno tirando indietro. Quindi domani, quando le coop che hanno ricevuto l’appalto riaffidato dopo l’esclusione di Ecofficina per le irregolarità, saranno ricevute dal sindaco Davide Moro, potranno dire solo una cosa: ci ritiriamo.
E’ l’effetto domino che accade quando si creano dei sospetti sull’accoglienza, ed è proprio questo che le prefetture cercavano di evitare in tutti i modi. Ora si tratta di capire come uscirne senza creare ulteriori danni.Il vice prefetto vicario di Venezia, Vito Cusumano, sta avendo dei colloqui informali con i veri responsabili delle cooperative per cercare di capire come si potrebbe fare un passaggio di consegne negli hub (quello di Cona è stato al centro di una sommossa qualche giorno fa). A Padova, ieri mattina, i vertici della prefetture hanno incontrato i legali della coop Ecofficina, probabilmente per discutere del contratto che vincola gli affidamenti. E’ chiaro che i vertici della coop sono indagati e non condannati in via definitiva, e che la presunzione di innocenza rimane valida anche per loro. Ma gli avvisi di garanzia potrebbero aver interrotto il fondamentale patto di fiducia che lega una pubblica amministrazione a un fornitore, e in virtù di questo le clausole si possono ridiscutere. Resta solo da capire come comportarsi. Nessuna coop da sola in Veneto è in grado di subentrare a Ecofficina; potrebbe essere invece auspicabile una collaborazione tra tutte quelle che verranno coinvolte.
Intanto sull’argomento il gruppo dei parlamentari del Pd ha presentato un’interrogazione a risposta scritta al ministero dell’Interno, per chiedere se la prefettura di Padova abbia controllato adeguatamente le procedure di bando Sprar di Due Carrare e quelle degli altri comuni veneti, e se abbia verificato la possibilità di un conflitto di interessi di una delle funzionarie della prefettura di Padova, la cui figlia è dipendente di Ecofficina.
Proprio il ministro Angelino Alfano, ieri a Verona ha definito un «grande successo per la nostra economia la mancata realizzazione del muro sul Brennero: lì ogni 7 secondi passa un Tir, pensate cosa sarebbe successo in caso di blocco...». Alfano ha anche annunciato un disegno di legge sulla sicurezza urbana «con la possibilità di introdurre il Daspo per chi rovina il decoro delle nostre città: da chi specula sull’accattonaggio a chi imbratta i muri»..