Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Il padovano Cupellini regista di Gomorra «Altre due stagioni»

Il padovano Cupellini è uno dei registi della serie televisiva ispirata al romanzo di Saviano. «Ho girato un racconto iperrealis­tico sui clan della camorra Il dialetto napoletano? Ho lavorato con Servillo. Previste altre due stagioni»

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Il Veneto di Gomorra non è solo negli affari sporchi che Roberto Saviano descriveva nel suo libro, con i rifiuti che dal Vicentino finivano per essere smaltiti nel Casertano. Stasera su Sky andranno in onda le nuove puntate della serie tv che racconta le vicende del clan camorrista dei Savastano. Tra omicidi, regolament­i di conti e traffico di droga, Gomorra - La

serie è diventato un successo internazio­nale, venduto in 130 Paesi. Merito, anche, di Claudio Cupellini, regista di Camposampi­ero classe 1973 che, dopo aver diretto film come Una vita

tranquilla e Alaska, ha firmato tre episodi della prima stagione di Gomorra, e quattro di quella che in questi giorni sta trasmetten­do Sky. Dal Padovano a Scampia. Come ci è arrivato?

«I produttori di Gomorra avevano apprezzato alcuni dei miei lavori, in particolar­e Una

vita tranquilla. Per la prima serie, cercavano dei registi che non fossero napoletani per garantire uno sguardo distaccato rispetto alla realtà e alle dinamiche campane, liberò dai cliché».

Gli attori recitano in napoletano stretto. Per un padovano come lei è stato complicato? «Volevamo realizzare un racconto iperrealis­tico, e per farlo abbiamo girato tra i quartieri di Napoli, a fare da sfondo sono le persone che abitano davvero in quelle zone. Per questo non si poteva transigere, neppure sulla lingua. Personalme­nte, ero avvantaggi­ato dal fatto di aver già lavorato con attori napoletani, come Toni Servillo. Più in generale, la recitazion­e è un’arte universale che non dipende dalla lingua: non è difficile far recitare un attore in un dialetto diverso dal mio».

Quella di alternare registi diversi, è una scelta tipica delle serie americane. Quali sono i vantaggi?

«Il regista principale, Stefano Sollima, dà una traccia estetica alla serie ma poi io e gli altri registi dirigiamo gli episodi seguendo la nostra sensibilit­à. In questo modo si ha il tempo di curare ogni singola scena, mantenendo un livello qualitativ­o molto elevato, paragonabi­le a quello del cine

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Denuncia Marco D’Amore e Salvatore Esposito in «Gomorra». Sotto, Claudio Cupellini, padovano, uno dei registi della serie

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