Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
L’UTOPIA, ANZI NO DI UN’ECONOMIA DELL’ONESTÀ
filosofie, vive oggi un tempo particolarmente incerto, sofferente per i tradimenti nella fiducia per le sue istituzioni (a partire dalle banche).
La carenza di legalità che traspare da troppi fatti, al di là e oltre quelli che finiscono nelle indagini giudiziarie, pone nuovi, assillanti interrogativi su un futuro impossibile. Quasi la provincia berica fosse vittima di un grande assalto.
Non c’è campo, nei settori un tempo trainanti dell’economia come nella socialità, nella formazione e nell’istruzione, perfino nel volontariato, in cui non si percepiscano anomalie e sofferenze. I «giochi» hard, raccontati nelle odierne cronache, che coinvolgono rari, ma non insignificanti, casi nelle strutture sanitarie sono, forse, l’ultima testimonianza di un malessere di degrado etico, di incapacità civile di avere positive relazioni. Non è facile individuare il nocciolo della questione, la ragione di questo disincanto. La collettività appare sempre più priva di identità. La Chiesa Vicentina soffre, la cultura latita, l’economia arranca, l’accoglienza è franata. Sociologi, analisti, acuti osservatori mirano altrove. E qui torna l’incubo di non essere più volano di progresso e di equilibrio, di un’armonia architettonica ferma al Palladio, di una naturalità e di un paesaggio travolti dalle incurie o dalle violenze speculative dell’uomo, miope ed insensato, nutrito dal demone del potere e del denaro.
L’ultima vicenda, per molti versi tragica, che ha coinvolto il principale istituto di credito locale, sembra aver portato l’intero tessuto umano verso un vicolo cieco, senza prospettive, togliendo ogni spazio al doveroso è giusto recupero di credibilità. Dissolvendo risparmi e patrimoni, sono state tolte e infrante speranze.
Che sia proprio utopia pensare e proporre una «economia dell’onestà»? O affiancare i due termini essenziali di libertà e responsabilità nel nostro comune agire quotidiano?.
Umanizzare l’economia è sempre stato arduo. Ma anche nel campo dell’economia e della finanza, come in ogni altro comparto della vita di relazione, a partire dalla politica, pensare che trasparenza, retta intenzione e ricerca dei buoni risultati siano atteggiamenti e comportamenti compatibili, che non devono mai andare disgiunti, forse non è sbagliato. L’equilibrio tra complementarietà e sussidiarietà, tra rispetto e fiducia, è obiettivo da non trascurare.