Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Ponte, servono subito nuovi rilievi «La parte sott’acqua va ispezionat­a»

Il Comune: interventi fatti pensando al breve periodo, troppi due mesi di stop

- Raffaella Forin

BASSANO I lavori di restauro del Ponte degli Alpini sono stati sospesi fino al prossimo 6 luglio dal Consiglio di Stato – in quella data il Tar si esprimerà nel merito del ricorso presentato dall’impresa Nico Vardanega srl di Possagno a seguito della sua esclusione dalla gara d’appalto e il successivo affidament­o dell’intervento alla Inco srl di Pergine Valsugana – ma non quelli della Soprintend­enza, che ha avviato l’indagine archeologi­ca nell’area dell’alveo del Brenta in cui sarà allestito il cantiere funzionale al consolidam­ento delle due stilate a est del monumento palladiano. Le operazioni nella zona, nella quale secondo alcuni studiosi ci sarebbero i resti di un vallo visconteo, sono iniziate ieri mattina. Ma pare senza esito. Tra il materiale emerso, alcune gabbie per il contenimen­to delle sponde risalenti a circa 60 anni fa. Gli scavi proseguira­nno oggi.

A preoccupar­e di più è lo stato di precarietà in cui versa il ponte. Il posticipo dell’avvio dell’operazione di sistemazio­ne, che prima dell’ordinanza del Consiglio di Stato avrebbe dovuto partire in questi giorni, richiede ora nuove verifiche sulla struttura lignea, in particolar­e sulle fondazioni, le più danneggiat­e. «A breve sarà necessario procedere con nuovi sopralluog­hi nella parte sommersa dall’acqua – spiega l’assessore alla Cura Urbana Roberto Campagnolo – gli interventi di messa in sicurezza del monumento di alcuni mesi fa erano stati pensati e realizzati per garantire una tenuta provvisori­a, non a lunga durata. Dal momento che dovremo attendere almeno un paio di mesi prima di procedere, è indispensa­bile eseguire ulteriori ispezioni nella parte sommersa delle stilate».

Per non far lievitare i costi del progetto (oltre cinque milioni di euro), il Comune si rivolgerà nuovamente alle squadre subacquee dei vigili del fuoco e della Protezione civile, le stesse che, a titolo gratuito, nei mesi scorsi avevano provveduto ad ancorare e a puntellare le fondamenta per evitare che il cedimento ligneo progrediss­e o che una «brentana» danneggias­se il ponte. «La situazione della struttura rimane grave – osserva Campagnolo - e va monitorata, anche perché non sappiamo con esattezza quando potremo iniziare a lavorare».

Nell’ordinanza di sospensiva, i giudici del Consiglio di Stato concedono al Comune la possibilit­à di intervenir­e in regime di «somma urgenza» nel caso in cui le condizioni del simbolo cittadino dovessero peggiorare. «La precarietà è sono sotto gli occhi di tutti e per intervenir­e nei punti critici dovremmo spendere almeno 800mila euro, ma non sarebbe realistico aprire una nuova procedura di questo valore senza la certezza sull’impresa che poi otterrà l’incarico definitivo – riferisce l’assessore – Stiamo quindi analizzand­o con tecnici e legali per capire quali margini di manovra abbiamo, quali siano le operazioni urgenti e concesse, soprattutt­o a quale ditta le possiamo affidare. Se possibile, cercheremo di anticipare qualche lavoro di breve durata già previsto nel cronoprogr­amma».

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Precarietà Il ponte degli Alpini versa in condizioni tali da non poter attendere, senza ulteriori controlli e verifiche, due mesi di stop imposti dal Consiglio di Stato

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