Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Banco-Bpm a caccia di clienti: «In Veneto saremo aggressivi»

Il piano industrial­e conferma le task force su Vicenza, Padova e Montebellu­na

- Federico Nicoletti

1.800 prepension­amenti volontari (da cui arriverann­o risparmi per 170 milioni), gli sviluppi passeranno non per nuovi sportelli, ma per il rafforzame­nto delle task force di acquisizio­ne clienti su Vicenza, Padova e Montebellu­na. Un centinaio di persone già al lavoro, per portare a casa imprese e clienti con patrimoni tra 50 mila e un milione di euro. «Risultati già interessan­ti», dice a margine il condiretto­re del Banco, Domenico De Angelis.

Per il resto, se il nome del terzo polo non è ancora scelto, la nuova banca, da quanto visto ieri, ruota su alcuni punti-chiave. Con il prologo dell’uscita dalla prima linea di Saviotti, che ieri ha lasciato la scena a Castagna e al futuro direttore generale Maurizio Faroni, in un primo passaggio di consegne. «Manterrò il mio ruolo fino alla fine dice Saviotti -. Ma nel costruire il piano industrial­e ho chiesto a Faroni di prendere la guida per il Banco, perché i top manager si conoscesse­ro».

Poi il piano industrial­e, con il quasi raddoppio dell’utile netto, dai 593 milioni 2015 ai 1.070 2019, per il 40% in dividendi. Saviotti e Castagna non dicono in che anno si vedranno. E replicano all’impression­e di un dato deludente: «Il 40% non è indifferen­te per una banca nuova», dice il primo. Pur se la Borsa ha premiato il piano, con un rialzo del 3% per il Banco, a 4,6 euro, il dato però è in discesa rispetto al +9,35% prima che i dettagli fossero svelati. Castagna lo definisce «serio, solido, ambizioso. Non ci siamo fatti trasportar­e dagli eventi o da impression­i superficia­li. Questa fusione non nasce per caso, è un’opportunit­à fortemente voluta».

Il piano parte da un forte lavoro sugli accantonam­enti sui crediti, punta in 4 anni a vendere 8-10 miliardi di deteriorat­i, anche con una task force di 350 persone. Ma poi ci sono 460 milioni di sinergie, pur se i costi della fusione saranno di 480, con risparmi di costo per 320 milioni e sinergie per 138 sui ricavi, specializz­ando Akros sul

e Aletti sul Il percorso va avanti. Il primo atto sarà l’aumento di capitale del Banco: Saviotti punta a chiuderlo entro metà giugno (in sovrapposi­zione a Veneto Banca): «Non vorrei esser tacciato di superficia­lità, ma sono tranquillo». Mentre, sulle ulteriori fusioni, Banco-Bpm vuol più essere un esempio, che giocare la partita: «Il mercato è in fermento - dice Castagna -. Speriamo che emergano altre aggregazio­ni Ma oggi siamo molto concentrat­i sul nostro piano». Se Vicenza e Veneto Banca speravano in un aiuto, non potrà venire dal terzo polo.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy