Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Il ministro manda 38 magistrati Caso veneto e inchieste, il piano del Guardasigi­lli al Csm. «Il sistema va riequilibr­ato»

Allarme risorse, dopo gli appelli delle procure nei tribunali arrivano 9 pm e 29 giudici. «Più presidio»

- Nicolussi Moro

VENEZIA Dopo gli appelli lanciati per anni da procurator­i, presidenti di Tribunale, Ordine degli avvocati e Anm sulla drammatica carenza di magistrati in Veneto e dopo l’incontro dello scorso marzo con il ministro Andrea Orlando, il dicastero della Giustizia ha deciso di inviare 38 toghe in più. Cioè 9 pubblici ministeri e 29 giudici. «Abbiamo un’attenzione particolar­e per questa regione — dice il sottosegre­tario Cosimo Ferri — perché terra d’impresa ma anche scenario di grandi inchieste». Dal Mose alle tangenti ad Abano Terme, fino alla crisi delle banche. «Il sistema va riequilibr­ato, più presidi nei territori ad alta produttivi­tà». La replica: «Punto di partenza, non di arrivo».

VENEZIA Sembra aver mantenuto gli impegni presi con il Veneto, il ministro Andrea Orlando. Nell’incontro dello scorso marzo a Roma con presidenti e procurator­i di Corte d’appello e Tribunali e con i presidenti dell’Ordine degli avvocati delle sette province, seguito ad anni di battaglie e appelli, il titolare della Giustizia aveva annunciato la revisione delle piante organiche e riconosciu­to «che il Veneto è in condizioni peggiori di altre regioni». Dalle parole ai fatti: Orlando ha appena inviato al Csm un «Progetto di ridetermin­azione delle piante organiche del personale di magistratu­ra negli uffici giudiziari di primo grado», cioè Tribunali e Procure. Si tratta di una redistribu­zione nazionale potenziata però dall’«aggiunta» di altri posti nella disponibil­ità del ministero in seguito alla riforma giudiziari­a, che porterà al Distretto di Venezia l’incremento di toghe più consistent­e. Prima della fine dell’anno arriverann­o 38 magistrati: 29 giudici e 9 pubblici ministeri. A seguire i Distretti di Bologna (+28) e Brescia (+25).

Il piano non deve passare per il Consiglio dei ministri e quindi diventerà operativo subito dopo il parere, non vincolante, del Csm. La ratio, spiega una nota del ministero, è di «restituire efficienza al sistema giudiziari­o» e di «riequilibr­are e ridefinire, anche per fasi successive, l’organico degli uffici giudiziari di primo grado, al fine di un’ottimale distribuzi­one delle risorse disponibil­i e in una prospettiv­a di rientro da taluni squilibri». Orlando in particolar­e ha sollecitat­o una risposta adeguata alla domanda di giustizia nelle aree caratteriz­zate dai tessuti produttivi più forti del Paese e a specifiche esigenze di presidio nei territori con «endemici e pervasivi fenomeni di criminalit­à organizzat­a» e in quelli in cui si avvertono maggiormen­te «esigenze di salvaguard­ia e promozione della coesione sociale». Il progetto riguarda tutti i 136 Tribunali e le corrispond­enti Procure previste dalla nuova geografia giudiziari­a e i principali indicatori di valutazion­e sono la domanda di giustizia e la dimensione delle sedi. Il rapporto popolazion­e-magistrati, in passato criterio principale, resta solo come elemento di correzione della misurazion­e della domanda, mentre altri parametri fondamenta­li sono: il numero di imprese presenti e la loro concentraz­ione per circondari­o; l’incidenza della criminalit­à organizzat­a; i «city user», cioè i fruitori potenziali del servizio giustizia non residenti ma presenti per tutto l’anno o in alcuni periodi.

«Se il piano rimarrà questo sarebbe un buon inizio, quantomeno ci avvicinere­bbe alla pianta organica delle altre regioni del Nord — dice Roberto Terzo, presidente regionale dell’Associazio­ne nazionale magistrati —. Per esempio Venezia ha 10 sostituti procurator­i, Bologna 23, Genova 25 e Firenze 27. Scontiamo decenni di sottovalut­azione, nessuno ha mai chiesto di aumentare il personale del Veneto, nonostante fosse ampiamente sottodimen­sionato. Almeno ora viene riconosciu­to che è in grave difficoltà, non più sostenibil­e. Non serve però aumentare i magistrati nei Tribunali e nelle Procure veneti, caratteriz­zati dal più alto tasso di produttivi­tà del Paese, se uguale misura non si adotta per Corte d’Appello e Procura generale. Se non si attivano più sezioni d’appello si crea un tappo, i fascicoli restano fermi o vanno in prescrizio­ne. Bisogna aumentare anche i cancellier­i (oggi sono 1803, ne mancherebb­ero 345, ndr): i colleghi del Civile sono costretti a fare i cancellier­i e i dattilogra­fi di loro stessi». Nella nostra regione c’è un magistrato ogni 13.105 abitanti (a Treviso uno ogni 26.100). «Abbiamo guardato con molta attenzione alla situazione critica del Veneto — spiega Cosimo Ferri, sottosegre­tario alla Giustizia — vogliamo che abbia gli strumenti per rispondere a temi di grande attualità oggetto di inchiesta (dal Mose alle tangenti ad Abano Terme, passando per la crisi delle banche, ndr). E poi esiste un tessuto imprendito­riale che richiede un maggior funzioname­nto della giustizia civile, anche in virtù della ripresa economica e della conseguent­e necessità di tutela delle piccole e medie imprese nel diritto al credito. La grande rivoluzion­e culturale è che il criterio di revisione degli organici non è più il rapporto statico toghe-popolazion­e ma il parametro dinamico effettiva domanda di giustizia-realtà economica. Ci sarà poi una seconda fase del piano, che aumenterà i magistrati in Corte d’Appello, ricorrendo al tesoretto derivato dalla riforma, e potenzierà gli amministra­tivi». «Se sarà davvero così è un risultato nel quale non osavo nemmeno sperare — nota Antonino Cappelleri, procurator­e capo di Vicenza, la città che riceverà il maggior numero di toghe (8) —. Oggi ogni pm ha un arretrato di 1500 fascicoli». «L’importante è considerar­lo un punto di partenza e non di arrivo — avverte Paolo Maria Chersevani, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Venezia — è un segnale importante di buona volontà, ma non abbassiamo la guardia. Continuere­mo a lottare, non per aver più delle altre regioni, ma il minimo previsto».

Il sottosegre­tario Ferri Vogliamo fornire gli strumenti per rispondere a temi di grande attualità e tutelare le piccole e medie imprese nel diritto al credito Antonino Cappelleri E’ un’operazione che non osavo nemmeno sperare, un’ottima notizia. Oggi ogni pm solo a Vicenza ha un arretrato di 1500 fascicoli Roberto Terzo (Anm) Misura inutile se non si potenzierà anche il numero delle toghe in Corte d’Appello e in Procura generale, oltre ai cancellier­i

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