Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Picchia la convivente mentre è in prefettura arrestato dalla polizia
VICENZA Alla polizia, che interveniva dopo i violenti pestaggi subiti, ha raccontato per un anno che il convivente, nonostante le apparenze e le testimonianze, non l’aveva sfiorata. Diversi mesi a inventarsi una scusa di volta in volta diversa quando si presentava in pronto soccorso, dicendo che era caduta dalle scale o che si era stretta troppo i polsi. Tutto perché aveva paura di quell’uomo con cui conviveva, quell’uomo che è diventato anche il padre della sua bambina. Ma la ragazza, che ha compiuto 18 anni solo da poche settimane, mercoledì si è arresa sotto l’ennesima scarica di botte subite in pubblico, negli uffici della prefettura, e ha trovato finalmente il coraggio di denunciarlo, dopo essere stata dimessa dall’ospedale con denti rotti, un trauma cranico facciale e un avvallamento della vertebra, per una prognosi di 20 giorni. Davanti agli agenti della sezione volanti della questura la donna ha ritrattato gli episodi precedenti, raccontando la verità e cioè che il suo compagno, il connazionale Everest Ajazi, 23enne già con precedenti, le aveva fatto vivere un incubo. Tanto che per l’uomo, clandestino e volto noto alla giustizia, è scattato l’arresto per maltrattamenti in famiglia e lesioni. Nel telefono di lei c’era ancora il messaggio che lui le aveva spedito poche ore prima: «Se vengo lì vi metto tutti quanti in una fossa sotto terra». Stando alla giovane, mamma di una bimba di un mese, lui tornava spesso a casa sotto l’effetto di alcol e droga e la picchiava selvaggiamente, dandole della poco di buono, per lo più non provvedeva né a lei né alla piccola. Tanto che, rimasti senza elettricità e gas l’inverno scorso, il 23enne si era attaccato al contatore dei vicini di casa, guadagnandosi un paio di denunce. L’albanese, esasperata, era riuscita ad andarsene dalla madre, ma il connazionale la tormentava comunque, usando la scusa di vedere la bimba. Lo ha fatto anche mercoledì mattina, quando si è presentato allo sportello della prefettura dove la 18enne doveva richiedere un certificato per la neonata. «Esci o vuoi che ti ammazzi davanti a tutti?» l’ha minacciata e al rifiuto di lei l’ha presa a ceffoni tanto da farla cadere a terra e non contento, riposta la bimba nel carrozzino, ha continuato a infierire sulla ex con calci e pugni. Ci sono voluti tre uomini, tra stranieri in coda, e agenti di polizia per bloccarlo. Ma ora il violento è dietro le sbarre.