Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Nasce la cittadella dei profughi
Cona, il bando per il villaggio-hub del Veneto vinto da Ecofficina, la coop sotto inchiesta
CONA (VENEZIA) Quattro prefabbricati per 200 persone e nuovi depuratori per i servizi igienici: l’Hub di Conetta si struttura e diventa cittadella. Sono 652 ora i migranti ospitati. Ad aggiudicarsi il bando che vale due milioni e duecentomila euro per cinque mesi è stata la stessa cooperativa che la gestisce ora, Ecofficina, questa volta in Aticon la Food Service Italia di Padova.
CONA (VENEZIA) Qui c’è il gruppo dei nigeriani, lì quello dei senegalesi. Provenienze lontane si mescolano appena nella stradina sterrata che corre tra le tende e gli stabili della ex base militare. Il villaggio-hub dei migranti di Cona ha da tempo definito i suoi quartieri. Quando ancora le tende non erano altro che spazi temporanei e il confine dell’ex base militare un orizzonte da superare velocemente diretti verso il nord Europa.
Ora non sarà più così. Nessuno lo dice ufficialmente ma i segnali che raccontano la trasformazione dell’hub in un luogo che non verrà smantellato a breve ci sono tutti. Lo dicono le voci della gara di affidamento dell’hub veneto che hanno previsto la costruzione di quattro prefabbricati da 200 metri quadri che ospiteranno 50 o 60 letti ciascuno (più di 200 persone in tutto) e l’arrivo di un nuovo depuratore più ampio e in grado di «gestire» un maggior numero di servizi igienici per gli ormai 652 profughi ospitati.Non solo. Anche i dati degli arrivi segnalati ogni giorno dalla Prefettura sembrano andare nella stessa direzione: 250 migranti sono arrivati nei giorni scorsi, altri ne arriveranno a breve, e le strutture di accoglienza diffusa non bastano a riceverli nonostante gli appelli continui del Prefetto Domenico Cuttaia.
Ed ecco, dunque, la «rivoluzione» di Cona. Che si fa «cittadella».
Quelle che gli operatori chiamano «casette» almeno nei primi tempi non dovrebbero però ospitare «nuovi» migranti. Almeno sulla carta visto che il bando europeo per l’affidamento della struttura puntava proprio a questo: un miglioramento delle condizioni attuali degli ospiti. Chacoul e i senegalesi «francofoni» potranno dunque avere una stanza in più. E anche il suo amico (ma non conterraneo, sia chiaro) Alaba con gli altri nigeriani rigorosamente anglofoni potranno allargare le camere. Ci saranno meno letti accatastati, insomma, l’aria si farà meno stagnante. E loro intanto rimarranno con l’orizzonte (apparente) uguale all’attuale (i campi di Cona, la lunga strada da percorrere in bicicletta per andare anche solo in paese, la nebbia d’inverno) e quello vero pure: il nord. Immobile come un miraggio. Sempre più lontano per chi sembra ormai destinato a restare.
Ad aggiudicarsi la gara al termine della procedura europea di affidamento dell’hub veneto dei migranti dell’ex caserma di Conetta è stata la stessa cooperativa che la gestisce ora: Ecofficina. La stessa dell’inchiesta del Corriere del
Veneto che raccontò la vita dell’ex base militare «da dentro».La stessa che ha due fascicoli aperti a suo carico, uno per maltrattamenti nella gestione dei migranti a Montagnana l’altro per falso nei i documenti presentati ad un bando di un comune padovano.
Questa volta però Ecofficina non è da sola. Ha vinto la gara in Ati (associazione temporanea di impresa) con la Food Service Italia srl di Padova. Il bando vale 2milioni e mezzo di euro per cinque mesi (a conti fatti circa 25,5 euro a persona al giorno). E la cooperativa di Battaglia se l’è aggiudicato con un ribasso del 10% (portando a 23 euro a persona al giorno l’offerta) battendo le offerte delle altre due ammesse al bando, la RTI (raggruppamento temporaneo di impresa) Senis Hospes con sede a Potenza e la Domus Caritatis di Roma e la RTI Azione Sociale a.r.1. Onlus con sede a Caccamo (Palermo) e la Cooperativa sociale Ippocrate con sede a Enna.
«Siamo in Ati con la Food service Italia srl — specificano da Ecofficina — il servizio cambierà un po’». «Abbiamo previsto un menù con un primo, un secondo e un contorno ad ogni pasto — spiega Dino Rusca di Food Service Italia srl — le quantità sono buone, poi noi veniamo da un comune molto vicino a Cona, per qualsiasi emergenza ci siamo».
Il grosso della differenza in realtà per Cona e per il Comune che le vive intorno però rimane strutturale. E si nasconde tra le casette da 50 letti e il depuratore. «Tutte queste indicazioni erano già presenti nel bando — spiega Ecofficina— è un cambiamento di marcia per un servizio migliore». Vero. Ma arriva proprio nelle ore in cui altri 250 nuovi profughi hanno fatto il loro ingresso in Veneto e la Prefettura annuncia nuovi arrivi nei prossimi giorni. Nessuno verrà portato lì, ora. Ma potrebbe accadere a breve.
Per Chacoul e i suoi, insomma, nelle strade polverose di Conetta è tempo di tracciare nuove linee di «quartiere».
Le camerate I letti a castello all’interno di uno dei maxitendoni allestiti a Cona: ci dormono fino a cento persone