Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Rasy, l’amore fra due donne sotto le bombe

Il romanzo Ambientato durante la prima Guerra Mondiale demolisce tutti gli stereotipi. L’altro volto dell’emancipazi­one «Le regole del fuoco» di Rasy, tormentata passione omosessual­e

- di Francesca Visentin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il romanzo di Elisabetta Rasy «Le regole del fuoco» (Rizzoli) è uno dei cinque finalisti del Premio Campiello 2016. Gli altri sono Simona Vinci con «Le prime verità» (Einaudi), Alessandro Bertante con «Gli ultimi ragazzi del secolo» (Giunti), Luca Doninelli con «Le cose semplici» (Bompiani) e Andrea Tarabbia con «Il giardino delle mosche» (Ponte alle Grazie). Il vincitore sarà proclamato il 10 settembre nella serata alla Fenice.

Èsorprende­nte la Cinquina di questo Campiello. Romanzi che si fanno leggere, una volta tanto, destinati realmente al grande pubblico. Tra questi, spicca Le regole del fuoco di Elisabetta Rasy (Rizzoli, 180 pagine, 17 euro), appassiona­ta storia d’amore tra due giovani donne, sullo sfondo della Prima Guerra Mondiale. Amore e morte, il più classico dei temi letterari, qui declinato da Elisabetta Rasy con originalit­à, totalmente fuori dagli schemi.

La passione, prima tenera poi torrida che nasce tra Maria Rosa e Eugenia, crocerossi­ne sul Carso, è un amore lesbico di grande poesia e intensità. Argomento più attuale che mai, nei mesi in cui il governo ha approvato il decreto sulle unioni civili, che significa per molte coppie omosessual­i la possibilit­à di coronare il loro sogno d’amore. Possibilit­à che all’epoca di Eugenia e Maria Rosa non c’era. Infatti la loro passione non avrà un lieto fine. Il romanzo è struggente. Maria Rosa, napoletana dell’alta borghesia va a fare la crocerossi­na per sfuggire a una famiglia soffocante e fatua. Eugenia, ragazza del lago di Como, parte invece trasportat­a dal sacro fuoco dell’altruismo, con l’obiettivo poi di studiare per diventare medico.

Si trovano e si conoscono in quel luogo dell’orrore, tra sangue, piaghe, arti amputati, vomito, pelle accartocci­ata dalle ustioni e bombe che esplodono all’improvviso a poca distanza. Una cornice apocalitti­ca, con la narrazione che scorre tutta sul doppio binario di guerra e amore. Rasy ha il merito di demolire ogni stereotipo in questo romanzo, narrando di una passione senza «genere» né confini e affrontand­o il tema della forza dell’emancipazi­one femminile: due giovani donne protagonis­te nella loro epoca, sfidando ogni convenzion­e. Eugenia ce la farà a laurearsi e fare il medico, Maria Rosa imparando dall’amica e suo unico amore, ad ascoltare i propri desideri e pulsioni, si libererà dal soffocante ambiente famigliare: partirà, si taglierà i capelli corti e diventerà, dopo la guerra, fotografa, in giro per il mondo. Il loro amore seguirà gli eventi della Prima Guerra Mondiale, deflagrerà come il conflitto, anche se indelebile, unico ed eterno per entrambe. Separate a forza dalla guerra, resteranno per sempre in contatto, senza riuscire però a vivere quel futuro insieme che avevano sognato. Una Caporetto dell’amore che coincide con quella della battaglia. E lo strazio è tutto nelle parole con cui Maria Rosa descrive l’ultima volta in cui ha visto Eugenia, prima che il destino le strappasse a forza, l’una dall’altra. «Ti ho vista scomparire su un binario lontano, i tuoi capelli neri senza velo e senza forcine scompiglia­ti sulle spalle, la divisa nera più bianca e un mezzo sorriso, sola, tra una folla di soldati. Questa è stata la mia Caporetto...»

Da qui in poi sono lunghe lettere appassiona­te, che per sfuggire alla censura di quel periodo parlano d’amore attraverso le canzoni napoletane. Il lessico dei sentimenti diventano quindi le canzoni. Un escamotage letterario di grande effetto. Non sono molti i romanzi contempora­nei che scelgono di narrare una storia d’amore tra due donne. Rasy lo fa in maniera incisiva e poetica, crea struggimen­to ed emozione. Il merito di Le regole del

fuoco è anche riuscire a fare riflettere sull’amore. Quanto più intenso e completo può essere un amore fuori dagli schemi? Leggere per credere.

Elisabetta Rasy, uno dei cinque finalisti del Premio Campiello con «Le regole del fuoco» (Rizzoli) La Prima Guerra Mondiale vista da due donne

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