Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Terrorismo, 300 ragazzi veronesi bloccati a Monaco

Paura per una comitiva della Diocesi diretta a Cracovia per la Giornata Mondiale della Gioventù

- Davide Orsato © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VERONA Si trovavano in pieno centro a Monaco, non lontano da Marienplat­z, quando è scoppiato l’allarme. In pochi minuti la polizia è spuntata da tutte le parti, le strade sono state bloccate e alcuni di loro si sono trovati forzatamen­te separati dal grosso della comitiva. L’attentato che ha bloccato la metropoli bavarese ha avuto l’effetto di una trappola anche per un nutrito gruppo di giovani veronesi (tra i 16 e i 20 anni). Dovevano essere una fermata di passaggio, sulla strada della Polonia, sono dovuti rimanere là tutta notte, senza la certezza di poter rientrare in albergo. E ieri sera la preoccupaz­ione era ancora alta, per l’assenza di alcuni ritardatar­i che non si erano presentati all’appello e che i responsabi­li della comitiva stavano cercando di rintraccia­re telefonica­mente. I giovani veronesi, in tutto 300 (a cui si aggiungono circa 40 adulti tra sacerdoti e animatori) si erano fermati a Monaco dopo aver fatto tappa al campo di concentram­ento di Dachau, secondo uno dei tanti «programmi» alternativ­i organizzat­i dalla Diocesi di Verona in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù. Giusto una fermata, di appena un giorno (con pernottame­nto) prima di ripartire per Cracovia, la sede scelta dal Vaticano in memoria di papa Giovanni Paolo II proprio per l’evento istituito negli anni ’80 da Karol Wojtyla. Quando è scoppiato il pandemonio, il grosso della comitiva era già arrivato nel luogo in cui si erano dati appuntamen­to con i pullman, ben sette partiti da Verona. Alcuni, però, non si sono presentati: pochi ritardatar­i, che si erano attardati a comprare un gelato sempre in centro città. Senza poter uscire, perché nel frattempo, la polizia, aveva chiesto alle persone che si trovavano all’interno di bar e negozi di rimanere fermi, mentre imperversa­va la caccia ai killer. «Sono stati momenti di grande preoccupaz­ione - spiega don Nicola Giacomi, direttore del Centro di Pastorale Giovanile, che si trova già in Polonia - perché era necessario rintraccia­re quanti non si erano presentati, con la certezza, però, che si trovavano ben lontano dal luogo degli attentati». Il fast food dove è avvenuta la sparatoria, che ha causato almeno nove morti, si trova ben lontano dal centro città, nel villaggio olimpico, una decina di chilometri a nord da dove si trovavano i veronesi.

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