Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Terrorismo, 300 ragazzi veronesi bloccati a Monaco
Paura per una comitiva della Diocesi diretta a Cracovia per la Giornata Mondiale della Gioventù
VERONA Si trovavano in pieno centro a Monaco, non lontano da Marienplatz, quando è scoppiato l’allarme. In pochi minuti la polizia è spuntata da tutte le parti, le strade sono state bloccate e alcuni di loro si sono trovati forzatamente separati dal grosso della comitiva. L’attentato che ha bloccato la metropoli bavarese ha avuto l’effetto di una trappola anche per un nutrito gruppo di giovani veronesi (tra i 16 e i 20 anni). Dovevano essere una fermata di passaggio, sulla strada della Polonia, sono dovuti rimanere là tutta notte, senza la certezza di poter rientrare in albergo. E ieri sera la preoccupazione era ancora alta, per l’assenza di alcuni ritardatari che non si erano presentati all’appello e che i responsabili della comitiva stavano cercando di rintracciare telefonicamente. I giovani veronesi, in tutto 300 (a cui si aggiungono circa 40 adulti tra sacerdoti e animatori) si erano fermati a Monaco dopo aver fatto tappa al campo di concentramento di Dachau, secondo uno dei tanti «programmi» alternativi organizzati dalla Diocesi di Verona in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù. Giusto una fermata, di appena un giorno (con pernottamento) prima di ripartire per Cracovia, la sede scelta dal Vaticano in memoria di papa Giovanni Paolo II proprio per l’evento istituito negli anni ’80 da Karol Wojtyla. Quando è scoppiato il pandemonio, il grosso della comitiva era già arrivato nel luogo in cui si erano dati appuntamento con i pullman, ben sette partiti da Verona. Alcuni, però, non si sono presentati: pochi ritardatari, che si erano attardati a comprare un gelato sempre in centro città. Senza poter uscire, perché nel frattempo, la polizia, aveva chiesto alle persone che si trovavano all’interno di bar e negozi di rimanere fermi, mentre imperversava la caccia ai killer. «Sono stati momenti di grande preoccupazione - spiega don Nicola Giacomi, direttore del Centro di Pastorale Giovanile, che si trova già in Polonia - perché era necessario rintracciare quanti non si erano presentati, con la certezza, però, che si trovavano ben lontano dal luogo degli attentati». Il fast food dove è avvenuta la sparatoria, che ha causato almeno nove morti, si trova ben lontano dal centro città, nel villaggio olimpico, una decina di chilometri a nord da dove si trovavano i veronesi.