Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Vernizzi: «Qualcuno vuole fermare la Pedemontana»
Uno studio stima un transito di 10mila veicoli al giorno: il conto scatterebbe a 20 miliardi Vernizzi: «Follia, al massimo 450 milioni: qui c’è qualcuno che vuole fermare l’opera»
MESTRE Tra venti miliardi di euro e 450 milioni di euro c’è di mezzo un mare. Un mare d’asfalto atteso da decenni. È la stessa differenza tra rischiare il default o sborsare una «penale» prevista e accettata, peraltro concretizzabile solo nel peggiore dei casi.
E ancora: parlare di un traffico di quasi trentamila veicoli al giorno è una cosa, ipotizzarne un volume tre volte inferiore è ben altra. Sta anche in questo enorme divario, lo scontro sul futuro della Pedemontana.
Le rassicurazioni del ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio, giovedì scorso a Roma, non bastano: c’è ancora una spada di Damocle sui cantieri e la tiene sospesa Palazzo Chigi. Non lo dice apertamente ma lo fa capire Silvano Vernizzi, il commissario straordinario per la realizzazione dell’opera, deciso a sbloccare lo stallo venerdì 29 luglio in un vertice cruciale, convocato a Veneto Strade anche per confrontare quei dati.
Il balletto dei numeri è finito in un’inchiesta pubblicata ieri da Il Fatto Quotidiano,e che ha fatto saltare Vernizzi sulla sedia. Si parla di costi gonfiati da 895 milioni a 2,7 miliardi, e soprattutto di quei 20 miliardi, definiti la «bomba» in mano alla Regione. Nel dettaglio: 366 milioni all’anno che Palazzo Balbi dovrebbe pagare per 39 anni, durata della concessione, al consorzio Sis, vincitore del bando di gara. Tutto questo perché un preoccupante studio commissionato da Cdp (Cassa Deposito e Prestiti) e presentato giovedì al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti stima che le previsioni di traffico dell’opera siano ben più basse di quelle annunciate all’inizio, addirittura tre volte minori.
Il pasticcio starebbe nell’operato di Vernizzi, che avrebbe impegnato la Regione a sborsare un risarcimento annuo al concessionario in caso di mancato introito dei pedaggi. I timori di Cdp hanno un peso, perché la finanziaria (partecipata per l’80 per cento dal Ministero dell’Economia) è chiamata in questi giorni febbrili a sbloccare o almeno avallare il bond da 1,6 miliardi di euro che Sis aspetta per continuare i cantieri, dato che il suo rubinetto è secco.
Fin qui le accuse. Ma la replica di Vernizzi è lapidaria. «Attacco demenziale. Chi ha calcolato quelle cifre non è mai venuto a vedere di persona i lavori. Primo: il costo iniziale dell’opera era di un miliardo e 850 milioni. È arrivato ora a due miliardi e 258 milioni. Ci sono 429 milioni in più, ben meno di quanto scritto. Ed è un rialzo dovuto quasi interamente alle modifiche apportate per venire incontro alle esigenze dei Comuni».
E quei 20 miliardi? «Follia. Nella peggiore delle ipotesi saremo costretti a pagare 450 milioni di euro in tutto, ma non è detto che dovremo farlo. Le previsioni di traffico stimate in partenza erano di 29mila veicoli al giorno in media. Per contratto esiste la necessità di dover ripagare il concessionario se si va sotto quella cifra. Sono 15 milioni di euro all’anno per 30 anni. Ma vi pare che sulla Pedemontana possano passare poco più di diecimila veicoli al giorno, come dice quello studio? Sono dati di una provinciale minore».
Il problema è che l’analisi esiste, e ha fatto preoccupare non poco Palazzo Chigi. Tanto da spingere Vernizzi a convocare a Veneto Strade, con urgenza, il Ministero, la Regione, Cdp e Sis. «C’è qualcuno che vuole fermare l’opera? - si chiede il commissario straordinario -. Il governo è poco trasparente. Giovedì io e Zaia eravamo a Roma per parlare con Delrio, che diceva: si va avanti. E contemporaneamente De Vincenti si vedeva con Cassa Depositi e Prestiti senza che ne sapessimo nulla. Se è un atto di sfiducia nei miei confronti posso farmi da parte. Ma la Pedemontana deve andare avanti. Bloccare tutto ora sarebbe un disastro».
Il commissario Attacco demenziale Chi ha calcolato quelle cifre non è mai venuto a vedere i lavori