Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Limiti Pfas, le aziende rischiano di chiudere Miteni: «Pronti a ricorrere in tribunale»
VICENZA Dopo il caso dell’inquinamento della falda fra Verona, Vicenza e Padova, i composti perfluoroalchilici rischiano di diventare l’incubo delle industrie. Per via degli scarichi: dal livello ministeriale è arrivata un’indicazione al Veneto di applicare limiti sui reflui molto più stringenti anche rispetto alla legge vigente.
«Da un giorno all’altro è impossibile, si rischiano chiusure di fabbriche a tappeto» è la critica di Confindustria. Dalla Miteni di Trissino – stabilimento produttore di Pfas, ieri a porte aperte al pubblico – l’allarme è analogo: «Una direttiva ministeriale non può aver più valore di un decreto legge. Il Tar avrà molto lavoro, a breve» dichiara l’ad Antonio Nardone.
Gli impermeabilizzanti Pfas - impiegati in diversi processi industriali - sono stati oggetto il 6 luglio di un decreto legge che, recependo una direttiva europea, ha fissato soglielimite pari a quelle del resto del continente. La Regione Veneto, rinnovando la concessione al consorzio Arica che raccoglie 5 depuratori e 500 industrie nell’Ovest Vicentino, ha imposto soglie ancora più restrittive: un obiettivo da «primi della classe», ma da ottenere nel giro di 4 anni (entro il 2020).
Nei giorni scorsi da Roma è arrivata un’interpretazione draconiana: il «giro di vite» in Veneto deve scattare subito. Se Arica ha subito fatto obiezioni - per il presidente Antonio Mondardo c’è un rischio chiusura per centinaia di aziende - pure Confindustria Veneto non nasconde perplessità. «Nessuno vuole inquinare - precisa Luca Iazzolino, delegato regionale per l’ambiente - ma se non ci si occupa di un problema per anni, come si fa a pretendere che sia risolto tutto e subito? Serve un periodo di passaggio. E c’è anche il tema degli scarichi domestici».
Luca Passadore, vicedirettore di Confindustria che segue i temi ambientali regionali, teme «chiusure a tappeto. Guardiamo ad Arica: lì confluiscono i reflui di centinaia di realtà dalla concia alla plastica, alla metalmeccanica». Alla Miteni il timore è di dover chiudere. «Produciamo solo Pfas di tipo 4C, non più i Pfoa e Pfos. Ma dovremmo comunque ridurre dall’oggi al domani di 50mila volte i reflui, è impossibile - osserva Nardone - e quello che vale per noi vale per concerie, cartiere, verniciature e altri. Siamo pronti all’azione legale». Stefano Fracasso, consigliere veneto del Pd, attacca Giunta regionale e consiglio di bacino: «C’è stata una totale assenza di regia».