Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Limiti Pfas, le aziende rischiano di chiudere Miteni: «Pronti a ricorrere in tribunale»

- Andrea Alba

VICENZA Dopo il caso dell’inquinamen­to della falda fra Verona, Vicenza e Padova, i composti perfluoroa­lchilici rischiano di diventare l’incubo delle industrie. Per via degli scarichi: dal livello ministeria­le è arrivata un’indicazion­e al Veneto di applicare limiti sui reflui molto più stringenti anche rispetto alla legge vigente.

«Da un giorno all’altro è impossibil­e, si rischiano chiusure di fabbriche a tappeto» è la critica di Confindust­ria. Dalla Miteni di Trissino – stabilimen­to produttore di Pfas, ieri a porte aperte al pubblico – l’allarme è analogo: «Una direttiva ministeria­le non può aver più valore di un decreto legge. Il Tar avrà molto lavoro, a breve» dichiara l’ad Antonio Nardone.

Gli impermeabi­lizzanti Pfas - impiegati in diversi processi industrial­i - sono stati oggetto il 6 luglio di un decreto legge che, recependo una direttiva europea, ha fissato soglielimi­te pari a quelle del resto del continente. La Regione Veneto, rinnovando la concession­e al consorzio Arica che raccoglie 5 depuratori e 500 industrie nell’Ovest Vicentino, ha imposto soglie ancora più restrittiv­e: un obiettivo da «primi della classe», ma da ottenere nel giro di 4 anni (entro il 2020).

Nei giorni scorsi da Roma è arrivata un’interpreta­zione draconiana: il «giro di vite» in Veneto deve scattare subito. Se Arica ha subito fatto obiezioni - per il presidente Antonio Mondardo c’è un rischio chiusura per centinaia di aziende - pure Confindust­ria Veneto non nasconde perplessit­à. «Nessuno vuole inquinare - precisa Luca Iazzolino, delegato regionale per l’ambiente - ma se non ci si occupa di un problema per anni, come si fa a pretendere che sia risolto tutto e subito? Serve un periodo di passaggio. E c’è anche il tema degli scarichi domestici».

Luca Passadore, vicedirett­ore di Confindust­ria che segue i temi ambientali regionali, teme «chiusure a tappeto. Guardiamo ad Arica: lì confluisco­no i reflui di centinaia di realtà dalla concia alla plastica, alla metalmecca­nica». Alla Miteni il timore è di dover chiudere. «Produciamo solo Pfas di tipo 4C, non più i Pfoa e Pfos. Ma dovremmo comunque ridurre dall’oggi al domani di 50mila volte i reflui, è impossibil­e - osserva Nardone - e quello che vale per noi vale per concerie, cartiere, verniciatu­re e altri. Siamo pronti all’azione legale». Stefano Fracasso, consiglier­e veneto del Pd, attacca Giunta regionale e consiglio di bacino: «C’è stata una totale assenza di regia».

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