Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Intorno ai binari e ai trasporti Storie di decisioni prese e non prese

- di Gigi Copiello

Parliamo d’altro. Non più di treni, binari, velocità e stazioni. Parliamo di come i consigli comunali di Vicenza hanno deciso su treni, binari, velocità e stazioni. Due volte hanno deciso all’unanimità: nel 2006, sindaco Hullweck e nel 2014, sindaco Variati. Sindaci diversi, maggioranz­e diverse, progetti diversi: voto unanime. Eppure, il voto unanime non produsse nulla. Si arriva al terzo voto, nel 2016 ancora con Variati: voto a maggioranz­a, non più all’unanimità. Eppure, questa volta, il voto di maggioranz­a produrrà qualcosa. In sintesi: voti unanimi che non producono nulla, voti a maggioranz­a che contano qualcosa.

Si converrà che qualcosa non torna. Un’ipotesi: chi votava all’unanimità, all’unanimità lasciava ogni responsabi­lità a chi fa viaggiare i treni (Rfi) e a chi paga (Governo). Poi, finiti i cerini, è finito anche il gioco dell’unanimità.

Parliamo dei NoTav. Assenti e silenti quando si progettava che il treno passasse a 300 chilometri orari, sotto terra. Si fanno vivi quando il treno si ferma in stazione, sopra terra. Parliamo del nuovo direttore generale di Svt, nuova società di trasporto nata dalla fusione di Aim e Ftv. Appena arrivato, ha già stabilito un record: è il primo direttore competente in materia, non foss’altro perché ha già ricoperto lo stesso ruolo in altre aziende di trasporto. È la prima volta: prima, in Aim e Ftv, mettevano a dirigere il servizio chi non, ripetiamo non, aveva alcuna esperienza in materia. Per una volta, politica e dirigenza finalmente al loro posto.

Parliamo della Regione Veneto. Ad oggi, si sono impegnati a spendere soldi il governo nazionale, tramite Rfi, sia sulla linea a lunga percorrenz­a (ex Tav) che sulle linee regionali. Ma si sono impegnati anche i Comuni, alle prese con i troppi passaggi a livello. Si tratta di capire se l’unica che non paga il biglietto è la Regione Veneto. Che, sola Regione del Nord, non mette un euro di suo, ma sempliceme­nte distribuis­ce quanto riceve dal fondo nazionale dei trasporti. Salvo poi tuonare contro ritardi e disservizi. Se la giunta regionale, autonomame­nte, ci mettesse qualcosa di suo, questa sarebbe davvero una notizia!

Parliamo infine di Bassano. Ad oggi, chi da Bassano va a Roma, scende a Padova, magari in treno. Per chi va a Vicenza, diretto a Milano, c’è solo l’auto. Eppure c’è già la linea ferroviari­a Bassano-Vicenza; ma nessuno se ne occupa, neppure di togliere più di venti minuti di attesa a Cittadella. Ci vuol poco, quasi nulla. Basterebbe volgere lo sguardo da Padova/Venezia e girarlo su Vicenza/Verona. E, come già detto, si potrebbe partire da Bassano ed arrivare a Milano, ma anche a Roma, in treno ed in tempi e condizioni migliori di oggi. Basta girare lo sguardo…

Come si vede, c’è molto da dire, anche se non si parla di treni, binari, velocità e stazioni.

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